Introduzione di Francesca Gallello Gabriel Italo Nel Gòmez, alla sezione dedicata a Iris Calif
Traduzione in italiano del testo a cura di Meryl Andrews
In un tempo in cui la poesia cerca nuove forme per parlare all’anima, la voce di Iris Calif si innalza come un canto profetico che attraversa deserti, lune, sogni e silenzi. Poetessa, danzatrice, traduttrice e visionaria, Calif ci offre versi che non sono semplici parole, ma rivelazioni. Le sue poesie sono preghiere in movimento, gesti sacri che toccano il corpo e lo spirito, il cielo e la terra.
Questa sezione raccoglie un corpus di testi tradotti con cura dall’inglese all’italiano, in cui la poetessa israeliana si rivela come figlia di Dio, sposa del deserto, voce della luna, fiore umano divino. Ogni poesia è un frammento di luce, un respiro che vibra tra le acque del Nilo e le stelle del firmamento, tra la Torah e il corpo nudo, tra la danza dell’amore e il silenzio dell’anomalia.
Attraverso immagini potenti e simboliche — il cipresso, la luna fragile, il seme di ginepro, il vento dorato degli angeli — Iris Calif costruisce un linguaggio mistico e universale, che parla di rinascita, vocazione, maternità, spiritualità e resistenza. La sua scrittura è anche testimonianza di guarigione: un percorso poetico che ha trasformato il dolore in bellezza, l’anoressia in scelta di vita, la fragilità in forza creativa.
Le poesie qui presentate — Daughter of God, The Desert Bride, Human Dance, God’s Moon e The Human Divine Flower — sono accompagnate da note biografiche e da un articolo critico firmato da Yehudit Malik-Shiran, che ne approfondisce il valore spirituale e letterario. Insieme, compongono un mosaico di voci femminili che illuminano il cammino dell’anima.
Questa sezione è un invito alla contemplazione, alla lettura lenta, alla danza interiore. È un ponte tra mondi, un’offerta di parole sacre che ci ricordano che siamo tutti, in fondo, figli della luce.
La Voce della Figlia di Dio Iris Calif Sulla poesia, le liriche e il libro Daughter of God della poetessa internazionale Iris Calif La danza della luce e la danza della santità Un affascinante articolo di Yehudit Malik Shiran Traduzione dall’ebraico all’inglese a cura di Yarden Zehavi Citazioni poetiche tradotte in inglese da Iris Calif
La danza della luce e la danza della santità Daughter of God, Iris Calif, casa editrice Rooms (“Hadarim”), 2020.
Il libro si apre con cinque poesie che si rivolgono direttamente a Dio, e si articola in quattro capitoli:
Capitolo I: Sono una donna nel regno delle Tue creazioni
Capitolo II: Figlia della vita
Capitolo III: Il fiore di Dio nel mio giardino
Capitolo IV: E con la voce della danza; anima
Chi sei, dunque, figlia di Dio? «Con segni e prodigi mi hai incoronata / E nei mondi antichi della Bibbia il regno della vita mi ha circondata / Il patto dell’Iride di Dio / Figlia di Sion / Figlia dei profeti / Figlia del deserto / Figlia della pioggia / Figlia del campo / Figlia del grano / Figlia del sole / Figlia della notte / E nel pettorale sacerdotale di polvere delle trombe lunari / Dio ascolterà la mia voce» (p. 7) «La notte incorona i suoi occhi» (p. 11)
Desidero portare qui la voce della figlia di Dio. Una voce di creazione, una voce di molte acque, una voce di poesia profetica. La varietà di voci che emergono in questa lingua unica — sacra e intrisa di Kabbalah — suggerisce che lei sia stata scelta per trasmettere messaggi divini. È nel nostro mondo per una chiamata celeste. E nei suoi versi vive una lingua rara nella sua bellezza, eccezionale e luminosa, vertiginosa e nascosta.
La chiamata divina della profezia e la visione dei messaggi
«Nel vestito di Dio sul mio corpo predico il mio corpo al silenzio del vento divino, e la candela d’estate è accesa da una vita santa, regna nella corona degli scritti invernali del mio respiro / La sera crea la mia passione che dà vita all’esistenza» (p. 19)
Il “vestito della profezia” trasforma l’immagine e l’aspetto. Gli scritti profetici che Iris preannuncia saranno portati dall’inverno, accompagnati dai suoni dell’acqua sotto forma di pioggia e dalle lacrime del corpo e dell’anima. La sera è paragonata alla notte, che genera desiderio di vita, vocazione, esistenza.
Come sappiamo che ha accettato la chiamata divina? A differenza dei profeti Geremia, Isaia ed Ezechiele, che superarono prove per ottenere il loro ruolo, e di Giona, che fu scelto ma rifiutò, Iris non ha affrontato prove mentali, bensì una serie di prove fisiche che potremmo chiamare “lezioni di vita”. Accoglie la chiamata divina con queste parole: «Io sono l’iris, la ballerina della tua vita che danza nella terra dell’amore / Come la vite, i fusti della mia anima si formano» (p. 22) «Io sono la santa Iris nella pioggia profetica, le mie paure scorrono… minuscola è la mia lacrima che cade» (p. 29)
Solo gli individui santi, umili e modesti, sono scelti per essere portavoce della voce di Dio. Lei si presenta a Lui senza alcuna copertura, nuda come nel giorno della sua nascita, e Dio le pone sul corpo il vestito della profezia. In questo motivo poetico, è pronta per il compito. «Vengo come sono, sono nuda che tamburella per sempre nello spirito delle tue ombre / Incidendo amore nella natura della mia misericordia» (p. 31) E in un’altra poesia: «Davanti ai tuoi occhi vago nuda» (p. 34) «Come una Calidris nuda che chiede agli angeli di soffiare la giustizia del tuo silenzio» (p. 33) «Alla luna nuda predico il desiderio del mio amore» (p. 35) «Io sono l’iris Eva; nella costola dell’essere umano gocciola il mio amore nudo» (p. 36)
Il motivo della nudità assume un valore sacro, legato al ruolo profetico che le è stato assegnato, ma anche alla sua dimensione umana: moglie amata, madre di tre figlie. La lingua della profezia si divide in due livelli:
Mistico: accetta il ruolo spirituale
Reale: realizza la maternità e incorona il suo uomo come “trombettista del deserto (uccello)” «È lui che corre nel mio cuore, che feconda iris di mondi celesti, come donna nelle tue ombre, come essere umano nel mio sangue» (p. 39)
La voce della creazione
Al centro del Cantico dei Cantici troviamo la descrizione dell’evoluzione dell’amore tra due amanti. È così che incontriamo l’immagine della donna amata: «Come una gazzella ferita che raccoglie stami» e lui (l’uomo): «Come un leone dei fiumi che tesse in me… fa l’amore nella mia solitudine e la notte scolpisce il silenzio della tua vita nei miei occhi»
Lei è una gazzella, lui è un leone. Lei è delicata e fragile, lui è il re degli animali, la sua forza è superiore. «Nella mia vita eterna attraverso la quale cammino come un leone combattente che trafigge bagliori presi in prestito che coprono il mio respiro in gocce d’amore» (p. 46)
Nel Cantico dei Cantici, gli amanti sono rappresentati come cervo e gazzella, animali selvatici agili e leggeri. In queste specie, l’amore si manifesta solo in una stagione dell’anno. La poetessa è una gazzella ferita, il suo amante è un leone. Ma la loro storia d’amore, a differenza di quella dei cervi e delle gazzelle del testo biblico, dura tutta la vita.
In parallelo al ritmo della vita nella natura — dormienza, germinazione, fioritura, germoglio e maturazione — nel mondo vegetale: «E il vento incastonato nel suono della terra… ha incoronato il nostro amore in boschetti dorati» (p. 48) «Pastore della terra radiosa… la bellezza della natura è la donna di luce» (p. 75)
E nel mondo animale — crescita, pubertà, gravidanza e nascita. Il suono della vita che ne scaturisce è una combinazione di acqua viva: «Il fiore del mondo nel mio giardino / Il frutto di Dio nel mio grembo come uno spirito d’amore che accarezza mia figlia, la creazione della mia vita» (p. 71) «Mia figlia, tu sei la mia creazione come un dono in gocce di vita divina… e Dio ha ascoltato la mia voce e ha inviato il bagliore della tua stella» (p. 72) E in un’altra poesia: «E con le porte del cielo il tempo respira il tuo mondo… quanto sei bella, mia figlia» (p. 73)
Il suono di molte acque
La poetessa ha accolto su di sé la chiamata divina, la visione della sua missione nel mondo. Lei crea vita e trasmette messaggi di vita. I messaggi di vita sono la chiamata divina.
Nel Libro dello Zohar, che trasmette la chiamata divina, essa è veicolata attraverso i suoni dell’acqua. Talvolta sono sottili come ruscelli, talvolta scorrono come fiumi, e talvolta tuonano come fulmini nel cielo, riecheggiando come un vasto oceano.
L’atto di transizione e l’uso dell’acqua sono definiti, secondo i testi della Kabbalah, mistica del Carro (Merkavah mysticism). Le acque salgono e scendono, e la forza del loro vento esplode da: «Il suono delle montagne nei respiri di un battito puro» (p. 82)
In un’altra poesia, l’acqua è usata come purificazione del corpo e dell’anima: «Le mie poche lacrime alla purezza del ruscello di misericordia della tua immagine» (p. 83) «Nell’immagine dell’acqua le corde della morte cantano i loro spiriti / Con lacrime di terra vagano verso Dio» (p. 84)
L’acqua è anche usata per la purificazione dei defunti, separati dal nostro mondo: il loro spirito ascende al mondo superiore, mentre il corpo resta nella terra. Vita e morte mantengono un ciclo noto fin dai tempi antichi. «E la pioggia imperiale fa piovere libertà sulla terra della mia poesia» (p. 11)
Il suono dell’acqua è paragonato alla pioggia che bagna la terra con il suono di molte acque, perché questa è la grandezza di Dio, ed è così che Egli redime la vita umana. Anche la poesia della poetessa sulla chiamata profetica diventa poesia personale, pura da un lato e sacra dall’altro, poiché le porte del cielo avvolgono l’aura della sua fede.
La voce della poesia profetica
Dove si trova la poesia? Da dove giunge la parola della profezia? Entrambe le domande riguardano il “come” la parola profetica viene pronunciata e se chi la pronuncia è degno di essere messaggero di Dio. Hayim Nahman Bialik, in una sua poesia, menzionava un grillo. La poetessa del libro Daughter of God dà voce alle sue parole, in contrasto con il grillo di Bialik, attraverso la danza dell’anima—una danza che include una scala di suoni. «E nella voce / La danza dell’anima / Io sono colei che danza l’amore—e la luna fragile / Lampeggia la sua anima dorata / In una danza umana» (p. 93)
Tutte le poesie del libro si muovono in un paesaggio simbolico: l’oscurità della notte, una luna fragile, e il suono delle voci dalle acque superiori e inferiori. Questi elementi creano davanti agli occhi del lettore un atto di creazione, accompagnato da suoni e da un senso di sacro stupore. La poetessa danza alla luce della «luna impastata di sogni» (p. 97). E quanto è bello il canto di preghiera di Dio, anche quando lo spirito è solo, vuoto e spento. Allora arriva un’energia di luce che la inonda nel sogno notturno, come una profezia che danza nella sua anima: «Nell’inginocchiarsi dei miei fiumi alla corda di Dio i miei occhi camminano» (p. 98) «E l’accordo della terra radica i rami dei miei anni / Nel tempo che crea poesia nel mio corpo lungo la melodia dell’estate» (p. 99)
Il tempo crea poesia e profezia. Il corpo riceve ali, e la poetessa non è solo profeta di messaggi, ma anche angelo splendente. Viene per guidare coloro che camminano su sentieri tortuosi e mostrare loro la via: «Il Creatore della santità porta la vita / Come un uccello degli spazi… che vola verso l’orizzonte e pianta libertà nel suolo della vita» (p. 101)
Lo spirito della profezia si posa su di lei, e lei: «Abbraccia il rotolo della mia Torah nel mio corpo come un patto eterno» (p. 103)
Perché è stata scelta dal silenzio: «Salvatrice dell’esistenza / Sacerdote nel mio cuore / Gli scritti del tuo volto / Miracoli… Il Santo nel deserto mi chiamerà / La voce delle azioni / Signore del mondo / Re dei re» (p. 105)
È stata scelta per istruire il cuore e l’anima, per indicare la via: «Ed eccomi» (p. 110) «Sono ebrea… nel mondo del cuore del campo Dio mi proteggerà / E nella grazia del battito dei mondi celesti / dal grano e dall’orzo / Alla terra dei viventi il mio Dio mi porterà» (p. 113)
Qualche parola anche sul design del libro e sulla lingua poetica. In copertina appare la figura della poetessa contro l’immagine della luna, simbolo ricorrente in tutto il volume. La luna, che illumina il mondo nella notte, testimonia il ruolo ricevuto dalla figlia di Dio: quello di dirigere lo sguardo e guidare il cammino, attraverso l’amore per la fede e per la sua chiamata divina.
L’uso di parole in aramaico, che si inseriscono nei suoi versi, indica che Iris Calif è discendente di cabalisti e che è stata benedetta con profezie dello spirito del cuore, con capacità di canalizzazione e visione spirituale: «E nella visione dei mondi / Dio mi coprirà / Sole / Terra / Luna / Stelle / Nuvole / Cieli / cascate ruscelli fiumi / Pioggia / Montagne / Stagioni / Anima / Eva / Uomo / Figlia dell’uomo / Figlia di Dio / Figlia della vita» (p. 109)
La “copertura” è il vestito della profezia, al tempo stesso locale e universale, qualcosa di esterno. E quando il vestito avvolge il corpo, permette anche all’anima di essere avvolta. Ma cos’è la copertura sacra senza corpo e anima insieme?
Il libro mi ha lasciato con una meditazione di suoni, una contemplazione del mio cammino come figlia dell’uomo, figlia di Dio, il cui spirito divino aleggia intorno a me, sopra e sotto di me, versando amore dentro di me tra il sacro e il quotidiano, attraverso i segreti della Torah, della creazione e della poesia di questo libro.
Yehudit Malik-Shiran – Israele Artista poliedrica, Yehudit Malik-Shiran è autrice, compositrice, educatrice e terapeuta che integra le arti nel suo lavoro. È fondatrice della radio israeliana Efi-log, dirige la casa editrice Bat Or e ha ricevuto numerosi riconoscimenti per le sue opere, pubblicate in riviste nazionali e internazionali. È anche curatrice della rivista On the Way, piattaforma dedicata a poeti, scrittori e pittori. Giornalista, critica letteraria e musicale, insegna nelle scuole superiori e scrive per adulti e bambini con uno stile che unisce profondità e grazia.
Iris Calif – Israele Poetessa, scrittrice, danzatrice e traduttrice, Iris Calif è una voce internazionale della poesia mistica e kabbalistica. Vive e opera in Israele, dove dirige le relazioni estere della rivista online The Direction of the Holy Spirit Wind e collabora con diverse testate culturali, tra cui Mokasini e Rooms. Ha ricevuto prestigiosi premi internazionali, tra cui il Premio Letterario Internazionale Città del Galateo (Milano, 2024) e il riconoscimento International Best Poets (Cina, 2023). È membro di associazioni letterarie in Israele, Russia, Hong Kong e Marocco, e partecipa al comitato editoriale del World Poetry Yearbook 2024. Discendente di una stirpe di cabalisti, Iris Calif porta nei suoi versi la luce di una voce ebraica profonda, spirituale e universale: «E mentre volo con il battito della mia anima, porterò l’aureola sacra della luce della mia voce ebraica d’amore, nel mondo eterno delle ali della Colomba di Dio, spirito della terra vivente in pace.» – Iris Calif
Con tre libri già pubblicati e un quarto in lavorazione, Iris Calif si conferma una delle voci poetiche più luminose e spirituali del panorama internazionale. I suoi titoli — In a Mysterious Magical Path Lolita Breathes (2001), A Pure Wild Moon (2017) e The Daughter of God (2020) — sono tappe di un viaggio interiore che attraversa amore, sogno, fede e rinascita.
Le sue poesie sono state lette in radio, trasmesse in televisione, pubblicate su riviste e quotidiani nazionali e internazionali, e tradotte in numerose lingue da poeti di tutto il mondo: spagnolo, bengalese, nepalese, arabo, cinese, turco, assamese, russo, albanese e italiano. Le sue parole hanno attraversato confini e culture, toccando cuori in ogni angolo del pianeta.
In Israele, le sue opere sono state protagoniste di prestigiose esposizioni internazionali come Crowns of Winter (gennaio 2023), dove una sua poesia tradotta in bengalese è stata esposta accanto a quelle di sette poeti internazionali, tutte curate e tradotte in ebraico da lei stessa. Nella mostra Black-Red-White, Iris ha presentato le sue versioni tradotte di cinque poeti internazionali. Più recentemente, le sue poesie — tradotte in cinese, italiano, spagnolo e arabo — sono state esposte nella rassegna universale Butterflies of Peace, insieme a quelle di 21 poeti da tutto il mondo.
La poesia di Iris Calif è il riflesso di un’anima che ha scelto la vita e l’amore, superando l’ombra dell’anoressia. I suoi versi sono un inno alla luce, alla guarigione e alla bellezza nascosta nei mondi spirituali. Come scrive lei stessa: «E nella mia anima vivente di Iris; Iris dorati del cielo blu / E il mio spirito; danza la voce vivente del Santo Dio della Vita»
A seguire, presentiamo una delle sue liriche più emblematiche, The Human Divine Flower, dove la poetessa si rivela fiore umano e divino, danzando tra luna, deserto e vento celeste.
Figlia di Dio – Iris Calif
Dio Re degli Angeli dei Mondi Nostro Padre nei Cieli Coraggioso Yaakov Signore di tutte le azioni Signore di tutta la terra
Nella luce dell’aureola degli Angeli del Nilo La notte incorona i suoi occhi Egli porta il Dio del mio corpo davanti alla virtù
del regale nascosto della Luna primogenita E nella creazione del mio cuore
È inciso un destino dello spirito dell’amore
Benedetta Figlia di Dio Sono la ballerina nuda, danzando le parole spirituali della poesia
Dei sacri versi lirici Toccando gli inni della terra sacra Baciando le cose celesti nel paradiso
E nella Bibbia del deserto della vita, un’offerta di foreste Il sole dorato diffonde amore
Un’anima di vita vivente cresce Il silenzio si inginocchia davanti allo Spirito Divino Un’aureola di melodia essenziale
E il suono sussurrato del mio respiro abbraccia la montagna della Sacra Pietra di Dio
E la pioggia gloriosa chiamerà e libererà la terra della mia poesia celeste E nei campi della fioritura eterna del mondo
Figlia dell’amore Figlia dell’Umano Figlia di Eva Figlia di Isacco Figlia di Maria Figlia del sole Figlia della luna Figlia
delle stelle Figlia della terra Figlia dei mondi Figlia del vivente Figlia di Dio
Re degli angeli del mondo, Signore della terra e del cielo
Nella calma preghiera delle tue piogge, Simula la virtù dell’amore Nel vestito di Dio sul mio corpo,
Predico la ballerina solare del mio corpo Al silenzio del vento divino
L’oscurità porta l’amore Il desiderio solleva il mio sogno
E la candela d’estate è accesa da una vita santa
Regna nella corona degli scritti invernali della mia anima La sera crea la mia passione che dà vita all’esistenza
La notte respira l’aureola dorata della mia danza
Nella sabbia dei campi del mondo E nella conoscenza del cielo Io sono la sposa del deserto
Nel fiume della notte, Il cipresso dei tuoi occhi Lega la mia anima e lo spirito nudo Raggiunge il mio mondo innocente,
E una danza forte della mente dell’anima Sto danzando l’amore con te, Distillando il mio corpo per i tuoi bisogni I venti delle tue stelle
Trafiggono Affogando i sensi nell’aureola del sole raccolto, silenziosamente E nella corona del cielo la mia passione si sgretola
Avvolta nella solitudine del tuo cuore E la luna è fragile; lampeggia la sua anima dorata In una danza umana
Stanotte; la voce della luna di Dio si alza E gli angeli del Nilo portano l’alba sacra del mio corpo
Nel fiume, i confini dell’anomalia sacra Verso lo Spirito nascosto Per un digiuno d’inverno,
l’universo dei miei passi avanzerà “Signore degli eserciti” “Re dell’onore” Il Dio dei Mondi, il Creatore del Vivente
La mia voce che soffia si distingue nel crepuscolo della tua santa Torah Risvegliandosi nell’anima della terra Salvatore dell’esistenza nell’esalazione del giusto
La notte supera gli affari d’amore nella delizia dell’oscurità Al mio corpo nudo nel Silenzio delle Stelle Attraversando una montagna del cielo
E nei campi del vento dorato degli angeli misteriosi Il mio respiro è alieno Sulla Luna di Dio Inginocchiando il mio sogno Spargendo come un seme di ginepro
Nelle sabbie dell’anomalia
Re degli angeli del mondo, Signore della terra e del cielo
Nella calma preghiera delle tue piogge, si simula la virtù dell’amore Nel vestito di Dio sul mio corpo,
predico la ballerina solare del mio essere al silenzio del vento divino
L’oscurità porta l’amore Il desiderio solleva il mio sogno
E la candela d’estate è accesa da una vita sacra Regna nella corona degli scritti invernali della mia anima
La sera crea la mia passione che dà vita all’esistenza
La notte respira l’aureola dorata della mia danza nella sabbia dei campi del mondo
E nella conoscenza del cielo Io sono la sposa del deserto
Nel fiume della notte, Il cipresso dei tuoi occhi Lega la mia anima
e lo spirito nudo Raggiunge il mio mondo innocente,
E una danza potente della mente dell’anima Sto danzando l’amore con te,
Distillando il mio corpo per i tuoi desideri I venti delle tue stelle Trafiggono Affogando i sensi nell’aureola del sole raccolto,
silenziosamente E nella corona del cielo la mia passione si sgretola
Avvolta nella solitudine del tuo cuore E la luna è fragile; lampeggia la sua anima dorata In una danza umana
Stanotte, la voce della luna di Dio si solleva E gli angeli del Nilo portano l’alba sacra del mio corpo
Nel fiume, i confini dell’anomalia sacra Verso lo Spirito nascosto Per un digiuno d’inverno, l’universo dei miei passi avanzerà «Signore degli eserciti» «Re dell’onore» Il Dio dei Mondi, il Creatore del Vivente
La mia voce che soffia si distingue nel crepuscolo della Tua santa Torah Risvegliandosi nell’anima della terra Salvatore dell’esistenza nell’esalazione dei giusti
La notte supera gli amori nella delizia dell’oscurità Al mio corpo nudo, nel Silenzio delle Stelle Attraversando una montagna del cielo E nei campi del vento dorato degli angeli misteriosi
Il mio respiro è alieno Sulla Luna di Dio Inginocchiando il mio sogno Spargendosi come un seme di ginepro Nelle sabbie dell’anomalia
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