Saturno Magazine, Articolo: DONATO CARRISI

DONATO CARRISI

DONATO CARRISI

Donato Carrisi è uno scrittore, sceneggiatore e regista italiano, nato a Martina Franca, in Puglia, il 25 marzo 1973. Laureato in Giurisprudenza, Carrisi ha sviluppato una passione per la scrittura fin da giovane, dedicandosi inizialmente alla sceneggiatura per il cinema e la televisione. Il suo esordio come autore di romanzi avviene nel 2009 con il bestseller Il suggeritore, un thriller che lo rende famoso a livello internazionale.

Carrisi è noto per i suoi romanzi che mescolano elementi del thriller psicologico e del giallo, caratterizzati da trame complesse e colpi di scena sorprendenti. Tra le sue opere più celebri si annoverano Il tribunale delle anime (2011), La ragazza nella nebbia (2015), e Il gioco del suggeritore. Le sue opere sono tradotte in numerose lingue e molti dei suoi libri sono stati adattati per il cinema e la televisione.

Oltre alla scrittura, Carrisi ha anche lavorato come regista e sceneggiatore per film, tra cui La ragazza nella nebbia, basato sul suo omonimo romanzo, che ha ricevuto diversi riconoscimenti.

 

 

L'educazione delle farfalle è un romanzo che fonde abilmente elementi di suspense, mistero e introspezione psicologica, pur mantenendo il marchio di fabbrica di Donato Carrisi: una scrittura che gioca con le ombre della mente umana e con i lati oscuri della società. Carrisi, conosciuto per il suo stile thriller e la sua abilità nell'intrecciare trame complesse, ci offre in quest'opera una riflessione profonda sul confine tra innocenza e colpevolezza, tra il bene e il male.

Il romanzo ruota attorno a una serie di eventi misteriosi che coinvolgono la protagonista, una giovane donna di nome Viola, la quale, dopo essere stata rapita in giovane età, è stata educata in un mondo di regole distorte, dove il suo passato e la sua identità sono rimasti avvolti nel segreto. Viola è ora un'adulta, ma la sua vita è segnata dai traumi di quel passato oscuro.

La narrazione si snoda attraverso due linee temporali: quella del presente, in cui Viola cerca di ricostruire la sua vita e il suo rapporto con il mondo, e quella del passato, che svela progressivamente gli eventi che l’hanno portata a diventare ciò che è oggi. Il romanzo esplora le sue difficoltà nell'affrontare un mondo che le appare sempre più alieno e la sua lotta per trovare un senso alla propria esistenza.

Lo stile di Carrisi in L'educazione delle farfalle si caratterizza per l'uso di una narrazione non lineare, tipica dell'autore, che costringe il lettore a ricostruire i pezzi di un puzzle psicologico. Questo approccio rende la lettura coinvolgente, ma anche sfidante: Carrisi non è mai banale nel suo modo di narrare, e ogni capitolo è costruito per incrementare la tensione, creando un'atmosfera inquietante che avvolge il lettore.

L'autore utilizza una lingua asciutta e precisa, mai ridondante, che riflette la psicologia dei suoi personaggi. Ciò che colpisce, però, è il contrasto tra la bellezza dei paesaggi descritti e l’oscurità che permea le vicende umane, un contrasto che aumenta la sensazione di disagio che il lettore prova man mano che la storia si sviluppa.

L'educazione delle farfalle affronta temi profondi e inquietanti, come la manipolazione psicologica, il trauma infantile e la difficoltà di trovare una propria identità. La figura della farfalla è emblematica in questo senso: simbolo di trasformazione, ma anche di fragilità, che si riflette nel percorso di Viola e in quello di altri personaggi. La farfalla, infatti, è spesso un'immagine evocativa di bellezza effimera e allo stesso tempo di vulnerabilità, qualità che rispecchiano il destino dei protagonisti.

Il romanzo esplora anche il tema della colpa e del perdono. Viola, pur avendo subito un trauma devastante, si ritrova a dover affrontare non solo le sue cicatrici interiori, ma anche le sue scelte e i suoi errori, chiedendosi se sia possibile redimersi da un passato che la perseguita. Carrisi, in questo, non dà mai risposte facili, ma preferisce lasciar parlare i suoi personaggi, rendendo l'esperienza del lettore quella di una ricerca senza risposte definitive.

Carrisi si conferma, con L'educazione delle farfalle, un maestro del thriller psicologico. La sua capacità di manipolare la narrazione, di giocare con il lettore e di nascondere (e svelare) lentamente le chiavi del mistero è esemplare. Il romanzo riesce a mantenere alta la tensione emotiva e il ritmo narrativo fino alla fine, con una serie di colpi di scena che, sebbene prevedibili in alcuni momenti, riescono comunque a sorprendere il lettore.

Tuttavia, non mancano alcune critiche. Sebbene la trama sia avvincente, la costruzione dei personaggi, in particolare quelli secondari, può risultare talvolta poco approfondita. Alcuni di essi appaiono quasi funzionali al plot piuttosto che come individui a tutto tondo, il che riduce un po' l'impatto emotivo che ci si aspetterebbe da una storia tanto ricca di temi psicologici e morali.

Inoltre, l'elemento psicologico e simbolico – come la farfalla stessa – è trattato con molta enfasi, ma in certi passaggi rischia di diventare un po' didascalico. Il continuo rimando al concetto di "educazione" e "trasformazione" potrebbe sembrare a tratti ripetitivo, come se l'autore spingesse troppo sull'interpretazione, anziché lasciare che i simboli emergano più organicamente dalla trama.

L'educazione delle farfalle è un romanzo potente e disturbante, che porta il lettore a riflettere sulla fragilità dell'animo umano, sui traumi che ci definiscono e sull'infinita lotta per ritrovare la propria identità. Carrisi, come sempre, sa come giocare con i nervi del lettore, ma questa volta lo fa con un'introspezione che va oltre la mera narrazione di un thriller. Non è il suo miglior romanzo in termini di profondità dei personaggi, ma rimane una lettura coinvolgente, affascinante e inquietante.

Un’opera che, purtroppo, può non essere adatta a chi cerca un thriller “classico”, ma che sicuramente saprà soddisfare chi apprezza un misto di mistero, psicologia e riflessioni morali.

 

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