In questo saggio critico, il poeta e redattore internazionale Nurul Hoque esplora l’universo poetico di Bandana Sahoo, nota con lo pseudonimo Shibangi Dhara. Attraverso l’analisi delle poesie Bustle of Life e Devi, l’autore mette in luce la profondità tematica e spirituale di una voce femminile che intreccia introspezione, coscienza sociale e sensibilità sacra. La scrittura di Sahoo si rivela come un flusso continuo di apprendimento e luce, capace di trasformare inquietudine in bellezza e dolore in visione.
BANDANA SAHOO (SHIBANGI DHARA): UNA VOCE DI VITA, LOTTA E FEMMINILITÀ SACRA
ANALISI DI NURUL HOQUE POETA E REDATTORE DI FAMA INTERNAZIONALE
La letteratura non è solo una forma d’arte, ma anche un viaggio interiore dove esperienze personali, patrimonio culturale e istanze umane si incontrano. Tra le voci contemporanee emergenti dall’India, Bandana Sahoo, che scrive sotto il suggestivo pseudonimo Shibangi Dhara, si presenta come una poetessa profondamente sensibile ai ritmi della vita, della società e della condizione umana. Scrive in odia, inglese e hindi, tessendo un tessuto letterario trilingue che risuona tra pubblici diversi. Sahoo non si limita alla sola poesia; il suo spettro creativo si estende alla narrativa, agli articoli, alle rubriche, alle citazioni e ai romanzi. Questa versatilità riflette la sua visione secondo cui la letteratura dovrebbe rispecchiare “ogni aspetto della società”, poiché, come lei stessa afferma, “ogni singola cosa nella società è connessa alla nostra vita.” La sua incessante ricerca di conoscenza e il suo coinvolgimento empatico con il mondo la definiscono come una scrittrice di coscienza e immaginazione.
Questo articolo tenta di analizzare l’essenza letteraria di Sahoo leggendo la sua biografia accanto a due delle sue poesie: Bustle of Life e Devi. Entrambi i testi aprono portali al suo universo tematico: le lotte dell’esistenza nel caos moderno, il desiderio di pace e intimità, la sacralità della femminilità e la resilienza dello spirito. La sua poesia può essere intesa come un ponte tra il desiderio personale e le verità universali dell’essere umano, rendendo la sua voce al tempo stesso intima ed espansiva.
La Poetessa dietro lo Pseudonimo
La scelta del nome d’arte Shibangi Dhara è di per sé un atto di espressione simbolica. Mentre Bandana Sahoo ancora la sua identità nel reale, lo pseudonimo suggerisce una dimensione metafisica—“Shibangi” evoca associazioni divine con Shiva e l’energia cosmica, mentre “Dhara” si traduce come flusso o corrente. Così, già nel suo nome, Sahoo si colloca alla confluenza tra spiritualità e continuità, creatività e permanenza. Firma tutte le sue lettere con questo nome, un’affermazione che i suoi scritti non sono separati dalla sua esistenza, ma estensioni del suo essere vissuto.
Una scrittura che abbraccia ogni forma
La biografia di Bandana Sahoo rivela il suo ampio coinvolgimento in diverse forme di scrittura. Il suo impegno verso molteplici generi—poesia, narrativa, articoli, romanzi—dimostra il suo rifiuto di essere confinata. Ogni forma, come lei stessa afferma, “ha specialità diverse”, offrendo modi vari di apprendere e riflettere. Per lei, scrivere non è solo un’arte, ma una pratica di coscienza, dove ogni dettaglio della società può ispirare e insegnare.
Il trambusto e il desiderio: lettura di Bustle of Life
La poesia Bustle of Life si apre con un’ammissione schietta:
“Nel trambusto della vita Mi rende un non credente, Quando ridere; Quando piangerò di nuovo?”
Qui, Sahoo cattura l’esaurimento esistenziale della modernità. La corsa incessante della vita prosciuga la fede e la gioia, lasciando il soggetto incerto persino sui ritmi fondamentali del riso e del pianto. L’ambivalenza delle emozioni è un tema chiave nella sua poesia—si è sospesi tra inquietudine e speranza, tra distanza e intimità. Il verso “È lontano da un’atmosfera di pace” indica una figura, forse un amato o forse simbolo stesso della serenità, che resta distante nel caos.
Eppure, la poesia resiste alla disperazione. Il soggetto continua ad attendere:
“Con occhi senza respiro Lo sto aspettando. Lontano........!!!!”
I puntini e le esclamazioni drammatizzano il desiderio, sottolineando come il desiderio stesso diventi forza vitale. L’immaginario si intensifica quando il vento e la sera vengono personificati come presenze intime:
“Il vento mi chiama con passione, Nel tocco della freschezza serale Per stringerti tra le braccia.”
Qui, gli elementi naturali sostituiscono l’amato assente, suggerendo che anche nell’alienazione, la natura offre conforto e intimità simbolica.
Memoria e speranza: il cuore sensoriale di Bustle of Life
La poesia si volge poi ai dettagli sensoriali della memoria e della speranza: “quelli sciolti capelli bianchi tuoi,” “quella sabbia bagnata sulla spiaggia grigia,” “migliaia di impronte.” Queste immagini non illustrano semplicemente il desiderio, ma drammatizzano la fragile persistenza della vita nel mezzo della disperazione. Le impronte sulla sabbia bagnata, facilmente cancellabili, diventano emblemi della transitorietà, eppure “si fanno sentire.”
La voce poetica riconosce il dolore—“piedi ancora sul sentiero spinoso coperto di sangue”—ma rivendica l’azione attraverso la creatività:
“Con sentimenti disinteressati Disegna tante immagini colorate, Da sollevare con la marea bagnata dell’amore Con te.”
Così, Bustle of Life non parla solo del soffocamento dell’esistenza, ma anche della capacità umana di sognare, disegnare e sperare anche quando la vita sembra insopportabile. Riflette la convinzione di Sahoo che la letteratura trasforma l’inquietudine in significato e il dolore in energia creativa.
Il Femminile Sacro: lettura di Devi
Se Bustle of Life mette in scena il caos e il desiderio, Devi offre una meditazione sulla sacralità, l’incarnazione e la femminilità. Il titolo stesso—Devi—evoca il concetto induista della dea, il femminile divino che incarna potere (Shakti), cura e resilienza.
La poesia inizia in modo netto:
“Ho visto il corpo. Solo un corpo!! un’immagine di parole.”
Questo incipit destabilizza le nozioni tradizionali di sacralità. Il corpo, spesso venerato o idealizzato, viene qui ridotto a “solo un corpo.” I due punti esclamativi accentuano lo shock di questa rivelazione. Ma chiamandolo “un’immagine di parole,” Sahoo suggerisce che i corpi, come le poesie, sono testi—luoghi di significato, espressione e interpretazione.
Il corpo viene poi descritto in dualità:
“Dolci sorrisi tutt’intorno. Foresta senza vita, Minaccia di vita.” Questa giustapposizione suggerisce che l’esistenza umana è al tempo stesso tenera e pericolosa, fertile e sterile.
La poesia introduce una riflessione sociale e spirituale:
“Ateo morto, O amore di sé distaccato. Nel campo fangoso L’eretico vagava sul sentiero.”
Questi versi criticano il materialismo e il distacco dalla cura collettiva, mentre alludono alla marginalizzazione di chi devia dalle norme sociali. La figura dell’“eretico” simboleggia sia l’esclusione che la resilienza.
Il climax della poesia si sposta verso la reverenza:
“Si alzò e si sedette Tejaswini. Verde tutto intorno. Il cibo del pane, E una manciata di sogni.”
Tejaswini significa “radiosa” o “luminosa”, associando la presenza femminile alla luce e all’energia. Il pane simboleggia il sostentamento, mentre “una manciata di sogni” indica aspirazioni che vanno oltre la sopravvivenza. In questa sintesi, la femminilità diventa pratica e trascendente—nutre e al tempo stesso incarna visione.
La poesia si chiude con un tono affermativo:
“Ma lui è santo. Dolce parlatore Il vincitore della gloria della luce.”
La presenza “santa” non è semplicemente divina in senso convenzionale, ma radicata nella resilienza umana, nella compassione e nella creatività. Così, Devi rivendica la sacralità non come divinità distante, ma come umanità incarnata.
Temi ricorrenti nell’opera di Bandana Sahoo
Attraverso queste due poesie, emergono diversi temi che caratterizzano l’etica letteraria di Bandana Sahoo:
Inquietudine e desiderio: Il caos della vita, come in Bustle of Life, lascia spesso gli individui inquieti. Ma il desiderio—di pace, amore, significato—diventa forza vitale.
Corpo e sacralità: In Devi, il corpo è fragile e sacro, riflettendo la coscienza femminista di Sahoo. Sfida i binari convenzionali tra puro e impuro, sacro e profano.
La natura come compagna: Entrambe le poesie si affidano fortemente all’immaginario naturale—vento, sera, sabbia, foglie, foresta, verde. La natura diventa mezzo per esprimere e guarire le emozioni umane.
Resilienza attraverso la creatività: Che si tratti di “disegnare immagini colorate” tra piedi insanguinati o di trovare “una manciata di sogni” nel fango, la sua poesia insiste sul potere trasformativo dell’immaginazione.
Coscienza sociale: La sua biografia sottolinea che “cerca di toccare ogni aspetto della società.” Questo è visibile in Devi, dove fame, nudità e sogni simboleggiano le lotte socio-economiche, e in Bustle of Life, dove l’alienazione riflette le realtà urbane moderne.
Un flusso di apprendimento e luce
Bandana Sahoo, come Shibangi Dhara, emerge come una poetessa la cui opera è radicata tanto nell’introspezione personale quanto nella consapevolezza sociale. La sua biografia rivela un impegno ad apprendere da ogni angolo della vita; le sue poesie incarnano questo intento, tessendo desideri personali con simboli universali, emozioni intime con critica sociale.
Bustle of Life e Devi illustrano le due dimensioni della sua opera—la prima radicata nell’inquietudine esistenziale e nella ricerca di intimità, la seconda nella resilienza sacra della femminilità e nella sopravvivenza collettiva. Insieme, testimoniano la sua fede nel potere trasformativo della letteratura: esprimere, interrogare, guarire.
Alla fine, la poesia di Sahoo è come il suo nome scelto: una dhara, un flusso—sempre scorrevole, riflessiva e nutriente. È una letteratura dell’inquietudine ma anche del rinnovamento, una letteratura che insiste sul fatto che, anche nel trambusto della vita e nelle ferite della società, si possono ancora trovare pace, sogni e luce.
L’amore non è un patto con il destino.
Respira nel silenzio,
nella fede quieta di un cuore puro.
Chi cammina con la verità
non perde, anche quando viene ingannato.
Il mondo può voltarsi altrove,
ma il cielo continua a osservare.
A volte l’amore non ritorna
dagli stessi occhi per cui era partito—
eppure ritorna,
nella gentilezza di uno sconosciuto,
nella voce di un amico in una notte solitaria,
nel sorriso di un bambino che sembra familiare.
L’universo mantiene le sue promesse
a chi ama oltre sé stesso.
Nulla di altruista svanisce mai,
cambia solo direzione.
E in quel cerchio invisibile del ritorno,
l’anima di Shivangi brilla—
intatta, incrollabile, ancora credente.
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