CICLO POETICO DA FATMIR R GJATA
OLGA
Olga aspetta notizie dal fronte,
stando seduta vicino al fiume,
nell' aria gira odore di morte,
mentre uccelli perdono le piume.
Perdono piume bianche e nere,
mentre volano sulla battaglia
C’è sangue secco sulle bandiere,
e sangue fresco sulla maglia.
Dove ci sono i miei fratelli,
ornati da sempre oro e blu
sono i migliori e sono i più belli,
sono il meglio della gioventù.
Olga non piange, ma canta il dolore,
con gli occhi tristi sui fumi nel sole
si vive sempre oppure si muore,
sulla distesa del girasole.
E i girasoli girano lenti,
girano, girano girotondo
non sono adii non sono tormenti,
sono speranza per tutto il mondo.
Dove ci sono i miei fratelli,
ornati da sempre oro e blu
sono i migliori e sono i più belli,
sono il meglio della gioventù.
Olga ha messo l'abito bello,
va a ballare sulla pianura
non c'è una casa, non c'è un castello,
non ha timore, non ha paura.
Figli, fratelli e padri sono andati,
in una guerra che non ha fine
non sono angeli, non sono soldati,
sono muraglia della confine.
Dove ci sono i miei fratelli,
ornati da sempre oro e blu
sono i migliori e sono i più belli,
sono il meglio della gioventù.
LETTERA DAL FRONTE
Un ragazzo di diciott’anni,
scrive lettere dal fronte:
Qui si spara e si dispera,
dal campo e dal monte.
Se non torno al villaggio,
sarò morto e sepolto
nella terra di conquista,
con le pallottole al volto.
Qui c'è fango dappertutto,
ci sono bombe piananti
il comandante non ragiona,
ci manda sempre avanti.
Vedo corpi decomposti,
sul ghiaccio per la gloria
sulla testa mille corvi,
e un canto di vittoria.
Per amico un fucile,
che spara raffiche intere
un razione di gallette,
ed un sorso da bere
Sto scrivendo dal fortino,
battuto dai pensieri
spero sempre che il giorno dopo,
sia meglio di ieri.
Se non torno disegnate
una croce sulla porta
non verrà il corpo intero,
ma solo l'anima morta.
A vedere gli amati,
forse per un’altra volta
A sentir l'odore del grano,
dell'ultima raccolta.
Non credete alle bugie,
ai canti e alle bandiere
Il mondo è troppo piccolo,
per mettere le barriere.
Non lo so perché lottare,
con gente come me
mi chiedo sempre il senso,
non trovo un perché.
E le campane delle chiese,
suonino in mondo sordo
se non ritorno all’inverno,
sia monito il mio ricordo.
Sono un uomo solo contro,
e forse un figlio ingrato,
sono fatto per l'amore
e non per far’ il soldato.
GAZA
Mio fratello di cinque anni,
è morto mentre portava l’acqua in spalla,
mia sorella non la ricordo,
è volata in cielo come una farfalla.
Mio cugino è un’anima bella,
perse le gambe da bombe a mano.
Mio papà è diventato stella,
ci guarda e piange da lontano.
I miei amici mi dicono sempre:
siamo dei figli di una guerra
non siamo nati di un amore vero,
ma per lasciare il sangue a terra.
La terra dove camino da sempre,
tra uliveti e sogni infranti
dove il lamento diventa preghiera,
in mezzo ai spari, in mezzo ai canti.
È un miracolo la vita in fondo,
non basta mai testimoniare in terra
basta brillare di luce d'argento
basta che sei contro la guerra.
Le case rase al suolo infame,
un terremoto ha scosso il tutto
la gente piange per essere vivi,
perennemente vivendo in lutto.
E il lutto diventa un amico sincero,
non ha bisogno di lacrime salate
sembra che oggi il mondo intero,
si volta triste dall'altra parte.
Sull’orizzonte non c'è speranza,
c'è solo il fuoco incrociato
sembra lasciato alla morte che danza,
per due soldi venduti al mercato.
Un pezzo di pane e il sorso d'acqua,
sono il miraggio dei tempi belli
ma sono morti i miei cugini,
mamma, papà e i miei fratelli.
È un miracolo la vita in fondo,
non basta mai testimoniare in terra
basta brillare di luce d'argento
basta che sei contro la guerra.
A cura di Angela Kosta giornalista, poetessa, saggista, editore, critica letteraria, redattrice, traduttrice, promotrice
Fondato da: Francesca Gallello
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