Kushal Poddar
Autore di "Un bastone bianco per i ciechi" e "Come bruciare i ricordi usando una torcia tascabile", ha all'attivo dieci libri. È giornalista, padre di un bambino di quattro anni, illustratore e redattore. Le sue opere sono state tradotte in dodici lingue e pubblicate in tutto il mondo.">Kushal Poddar
Autore di "Un bastone bianco per i ciechi" e "Come bruciare i ricordi usando una torcia tascabile",
ha all'attivo dieci libri.
È giornalista, padre di un bambino di quattro anni, illustratore e redattore.
Le sue opere sono state tradotte in dodici lingue e pubblicate in tutto il mondo.
Catene di Montaggio
Ho preso questo treno più e più volte,
e sono arrivato a certe stazioni dove la gente sale sempre;
nessuno mai scende, come se dalla catena di montaggio
del quartiere una razza meccanica venisse fuori,
e non accettasse il ritorno di bambole stanche, rotte.
Una volta uno di loro mi parlò della sua casa,
del suo focolare, e suonava come un’idea incisa
in un cervello che non riesce a sollevare il telone della memoria.
Scese dove scesi anch’io.
Camminammo insieme come un corpo e la sua ombra,
per poi separarci alla porta del posto di lavoro.
La Distanza tra Due
In questo frammento di tempo il cielo si riempie
di cardi e ortiche. Li portiamo a casa senza saperlo.
Senza accorgerci abbiamo pollini di Sole su di noi,
in noi, e non se ne vanno
nemmeno strofinando con una spugna scura.
Ne abbiamo dentro, così che,
quando sento la tua voce e le notizie che porta,
i miei occhi bruciano.
Tu non puoi vederlo più di quanto tu possa
vedere le punte di calore sulla mia camicia e sui pantaloni.
La distanza tra noi raffredda tutto, uccide ogni afa.
I Sonnambuli
Il sonnambulo dice che tutto è dove tutto era,
nel mio quartiere.
I volti che incontriamo nel sonnambulismo
sembrano parte di un grande déjà vu grafico.
Lo affermo per esperienza. Ho camminato nel sonno per
i primi due mesi dopo che mio padre è morto nel sonno, nella stanza accanto.
A volte sento di aver camminato fianco a fianco con quest’uomo.
Nella nostra consapevolezza più alta possiamo scorgere
il ciclo che auto e uomini percorrono per tutta la vita.
Forse viviamo tutti il sonno,
e questo isolato esiste dentro l’ippocampo di qualcuno.
Il Ragazzo che ti Aspetta
I bambini nudi del marciapiede estivo giacciono supini tra i detriti del sonno.
I cani si sono svegliati presto. Cercano cibo nel vento. Un odore troppo duro da masticare resta sepolto nel cuore della città.
Tu ritorni sempre in questa fuga, stanca dal turno di notte e dal tuo ciclo contrario di sonno.
Il ragazzo che ti ammira da lontano sarà dietro il primo grande fico fuori dalla stazione.
C’è un blu in tutto questo, una canzone lo-fi.
Il suo testo, troppo banale, la rende un successo. I negozi si aprono con essa. L’assistente del negoziante è quel ragazzo ora, e lo sono anche il suo capo, i vagabondi, e perfino i cani.
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