Saturno Magazine, Articolo: I CLASSICI: LA CLASSIFICAZIONE DELLA POESIA INGLESE

I CLASSICI: LA CLASSIFICAZIONE DELLA POESIA INGLESE

I Classici: la classificazione classica della poesia inglese

I classici costituiscono tradizionalmente le fondamenta della poesia inglese. Autori come Omero, Virgilio, Petrarca, Pindaro, Boccaccio, Dante e Seneca, il filosofo stoico, hanno eretto i pilastri che sostengono e rafforzano la poesia inglese. Queste figure hanno lasciato un’impronta indelebile sulle scuole poetiche, influenzando profondamente Geoffrey Chaucer, considerato il padre della poesia e della letteratura inglese. Chaucer abbracciò il flusso magico della narrazione di Boccaccio.

Henry Howard e Thomas Wyatt, fondatori del sonetto inglese, furono ispirati da Petrarca, padre del sonetto italiano. Allo stesso modo, William Shakespeare seguì i paradigmi stabiliti da Virgilio, Petrarca e Seneca nel campo del teatro. Edmund Spenser, noto come “il poeta dei poeti”, celebrò l’eredità lasciata da Omero, Virgilio e Dante, i grandi poeti epici dell’antichità greco-romana. John Milton, altra leggenda della poesia inglese e figlio del Rinascimento, assimilò l’influenza di Omero, Virgilio e Dante, i massimi poeti epici della letteratura occidentale.

La poesia inglese sarebbe incompleta senza Alexander Pope, che tradusse Virgilio e Omero e introdusse la satira nella poesia inglese. Il suo brillante poema epico burlesco The Rape of the Lock è una testimonianza dell’eredità occidentale e del lirismo che queste figure classiche hanno donato alla poesia epica.

La poesia narrativa di Boccaccio trasformò magicamente l’espressione poetica, critica ed emotiva di Chaucer nelle sue opere profonde, considerate i primi fiori della letteratura inglese. Il capolavoro di Chaucer, The Prologue to the Canterbury Tales, è una porta d’accesso al XIV secolo e mette in luce l’influenza di Boccaccio sul suo lavoro. Allo stesso modo, The Parliament of Fowls, The House of Fame e Troilus and Criseyde furono intrinsecamente influenzati da Boccaccio.

Dal Rinascimento all’Epica: l’eredità classica nella poesia inglese

Il XV secolo è spesso considerato un periodo sterile nella letteratura inglese, privo di poeti, drammaturghi o critici di rilievo. Tuttavia, il XVI secolo accese le fiamme della creatività in autori come Henry Howard, Thomas Wyatt, Sir Philip Sidney e William Shakespeare, che arricchirono la poesia inglese con il sonetto.

Howard e Wyatt, figure paterne del sonetto inglese, imitarono la struttura del celebre poeta romano Petrarca, che aveva codificato la forma del sonetto con un’ottava e un sestetto. In seguito, Shakespeare, il più grande figlio della terra inglese e poeta nazionale, scrisse circa 160 sonetti. Sebbene i suoi sonetti differissero per temi e struttura da quelli petrarcheschi, riflettono comunque una profonda influenza dello stile di Petrarca.

Sir Philip Sidney, spesso definito “il gioiello dell’età elisabettiana”, celebrò le opere dei poeti greci e romani nel suo celebre trattato An Apology for Poetry. Ammirava il concetto del poeta come “maker” e “vates” (profeta), influenzato dai poeti francesi de La Pléiade, che segnarono profondamente lo stile e i temi della sua poetica. Le sue opere più note sono: Astrophel and Stella, Arcadia, An Apology for Poetry e The Lady of May.

Edmund Spenser, il “poeta dei poeti”, seguì le orme di Omero con opere come The Faerie Queen, The Shepherd’s Calendar e Epithalamion. Omero, il leggendario poeta greco, è autore dei celebri poemi epici Iliade e Odissea, entrambi composti da 24 libri. L’Iliade, che narra la guerra di Troia, è insuperabile per grandiosità. I suoi personaggi — Ettore, Paride, Menelao, Agamennone, Elena (la donna più bella del mondo) — sono monumentali.

Nell’Odissea, Ulisse, Penelope, Atena, Calipso e il Ciclope, insieme agli dèi Zeus e Poseidone, continuano a ispirare generazioni di poeti. La maestria linguistica di Omero lo rende un poeta per tutte le epoche. Il suo eroe Ulisse, guidato da Atena, offre una saggezza senza tempo:

“Ulisse, questi mortali capiscono così poco.”

L’influenza epica di Omero è ancora evidente nella poesia moderna.

L’epica classica nella poesia inglese: da Spenser ai Romantici

Edmund Spenser applicò magistralmente l’arte narrativa stabilita da Omero, Virgilio e Dante nei loro poemi epici — Iliade, Odissea, Eneide e Divina Commedia. Queste tradizioni epiche hanno avuto inizio con L’Epopea di Gilgamesh, il più antico poema epico conosciuto. Da Beowulf a Hyperion di John Keats, le epiche inglesi hanno seguito i parametri classici stabiliti dai Greci e dai Romani.

The Faerie Queen di Spenser rispetta questi parametri: inizia con l’invocazione della musa (come avviene nei poemi epici classici), presenta un viaggio nell’oltretomba, elementi soprannaturali e l’eroismo di Prince Arthur, simile ai protagonisti epici come Achille, Ulisse e Enea.

Nel XVII secolo, John Milton, figlio del Rinascimento, seguì le tradizioni classiche nel suo epico e radicale Paradise Lost, che continua ad affascinare i lettori con la sua lingua impeccabile. Il suo Satana, simile all’Ulisse di Omero, ispira ancora curiosità e ammirazione con versi come:

“Principi, potenti, fiori del Cielo, un tempo vostri, ora perduti, ma non tutto è perduto — volontà indomabile, studio della vendetta, odio immortale, guerra, guerra eterna, con forza o con inganno.”

Il protagonista di Milton, sia in Paradise Lost che in Paradise Regained, trae forza dagli eroi epici classici. Il suo stile grandioso è notevole, e tutte le sue opere — Paradise Lost, Paradise Regained, Lycidas, L’Allegro e Il Penseroso, Comus, On the Morning of Christ’s Nativity e Areopagitica — sono profondamente influenzate da autori classici come Omero, Virgilio, Dante, Ovidio e Orazio. Sia la sua prosa che la sua poesia sono altamente apprezzabili, e non si possono cogliere appieno alla prima lettura.

Un altro poeta del XVII secolo noto per il suo ingegno e concettismo è John Donne. La sua concezione della poesia metafisica lo distingue tra i poeti inglesi. Fu influenzato da Orazio, Ovidio e Cicerone. Le sue Love and Divine Poems introdussero nuovi paradigmi nella poesia inglese. Il suo spirito arguto, il concettismo, l’umorismo, la satira e le tecniche metafisiche lo rendono unico nel panorama della poesia classica.

Nel XVIII secolo, Alexander Pope incorporò brillantemente la satira nella tradizione epica inglese. Come Milton, fu influenzato da Orazio, Omero e Virgilio, ma il suo stile fu fortemente plasmato dal satirico John Dryden, la cui influenza è evidente nel senso satirico di Pope, in particolare in The Rape of the Lock. Pope tradusse in inglese L’Odissea e L’Iliade di Omero, e il suo poema epico burlesco conferma l’influenza duratura dei tropi classici sulla letteratura inglese.

Nella poesia romantica, i Romantici spesso idealizzarono l’ode. Ode to Autumn, Ode to a Nightingale, Ode to the West Wind e Ode on a Grecian Urn sono opere esemplari. Pindaro, poeta greco, è considerato l’originatore della forma dell’ode, e i Romantici come Keats, Shelley e Byron, consapevolmente o meno, seguirono la tradizione pindarica.

Questo conferma l’idea che i Classici siano parte integrante delle forme più elevate della letteratura, inclusa la poesia.

Muhammad Adnan Gujjar

 

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