LA MATERIA VIVIDA ALL'UNISONO DELL'ARTE POETICA
È bellissimo quando due persone, due anime, due coniugi si congiungono in unica cosa, diventano una sola cosa, generando dal loro legame la cosa più importante della vita: una figlia e, per di più facendo mano nella mano, fianco a fianco, il lungo percorso verso l'arte, la quale, alla nostra era, malgrado la transizione, esiste perché resiste, grazie a chi "lotta per farla sopravvivere", nonostante le difficoltà; ed è qui che vorrei tirare l'attenzione di ciascuno di voi. Oggi, qui, non si tratta di un semplice ritratto di copia - coniugi, ma bensì di due note figure nel panorama culturale contemporanea: l'artista Paride Bianchi e la poetessa, critica d'arte Giuliana Donzello, entrambi, tutt'ora molto attivi nella sfera poetica artistica e letteraria.
Non è la prima volta che conosco coniugi - poeta - artista; ho avuto l'onore di intervistare e conoscere pure altri, sia in Italia che all'estero. Ciascuno con i loro meravigliosi pennelli, telai e le loro opere. Essendo l'editore della rivista d'arte "The Nuances On Panoramic Canvas", sono onorata di parlare e presentare agli amanti dell'arte, i coniugi sopra citati.
L'artista Paride Bianco nasce nel 1944 a Martellago (VE), dove la famiglia sfollata trova rifugio dalla guerra.
Bisogna sottolineare, che egli è discendente (per linea materna) da Domenico Zampieri, detto il Domenichino, riconosciuto come grande erede della tradizione coloristica veneta.
Artisticamente, Bianco nasce a Milano.
Disegna e dipinge fin da giovanissimo guardando i musei, la Biennali, le gallerie storiche, ecc., ma non avendo possibilità di studiare pittura, presso un istituto tecnico, abbandona il desiderio, cominciando a lavorare a giovane età. Nonostante ciò, studia e dipinge nella soffitta della casa di Mestre, dove la famiglia fece ritorno dopo la guerra.
Nel 1968, dopo vari sforzi, studi della storia dell'arte, l'anatomia artistica, Bianco si confronta con altri giovani artisti e tenta una prima esperienza in linea con lo spazialismo, nella sua prima mostra di disegni a china, alla Galleria "La Torre" di Mestre, il cui originale de "Dietro un recinto" è conservato nella documentazione dell'A.S.A.C (Archivio storico delle arti contemporanee della Biennale di Venezia).
L'incontro con il gallerista Graziani è determinante, poiché vede in lui un potenziale grande colorista e lo sollecita a seguire il suo percorso. Nel 1970, Paride sposa Giuliana Donzello, in cui lo rende papà della loro unica figlia; grande supporto per la sua carriera artistica anche.
Negli anni '80, accanto ad una pittura espressionista, Bianco disegnava con il bitume, creando delle composizioni molto vicine a un negativo fotografico. Vent’anni più tardi la sua arte sarebbe volato in Oriente, in Giappone e Corea, dove il suo lavoro viene apprezzato molto più di quanto non abbia mai ottenuto, qui in Italia.
Sfogliando il libro - catalogo: POETICA DELLA MATERIA Un viaggio nell’arte di PARIDE BIANCO, tramite la critica d'arte Giuliana Donzello, notiamo chiaramente il denudameto dell'anima dell'artista, i suoi pensieri, le sue approvazioni o altro; essa lo presenta usando le sue stesse armi colorate, la necessità (a volte in modo ironico, entrambi, senza perdere tempo nel tempo, per accusare il tempo che trascorre velocemente, senza darci la possibilità di cambiarla o metterla alla nostra disposizione.
“L’accusa del tempo”, (1978 - olio su juta, 100x80 cm), è un’opera dove Paride Bianco "parla", a tutti che: il fluire inesorabile del tempo, è l'elemento centrale del cambiamento non solo nell'essero umano ma anche nella poetica dell’artista.
La scelta della juta, (materiale tessile grezzo e vivo), evidenzia il forte contrasto tra la fragilità della materia e la densità del messaggio in cui Bianco ci propone.
Stesso anno, "Il Clown", (1978 - olio su tela, 100x70 cm), è un dipinto lirico e crudo insieme, dove la tecnica pittorica è raffinata, rappresenta un'opera emblematica della ricerca espressiva. L'artista Bianco concentra tutta la sua riflessione sull’ambiguità dell’esistenza, nonché la differenza tra apparenza e verità.
Paride denuda il clown, dalla sua funzione teatrale, trasformandolo in un archetipo umano.
Egli non si limita a creare, ma interpreta anche, facendo diventare così il clown, similitudine del suo eco.
Nell'opera "Madame Italia" (1979 - olio su tela, 120x80 cm), appare l'allegoria della nazione italiana, rappresentata non come entità astratta, ma come figura complessa umanizzata. L'artista la ritrae come una donna forte, segnata, rappresentando così la storia di un Paese, segnato pure esso da cicatrici storiche.
Anche sull'opera "L’accaduto (Bandiere rosse)" (1978 - olio su tela, 120x80 cm), Paride non si limita alla cronaca dei movimenti di quei tempi. Egli lancia il suo grido pittorico, sollecitandoci a ciò accade quando l'irremovibile ideale incontra la realtà. Il disturbo del rosso che domina, disturbato un po' dai toni cupi o dai gesti pittorici spezzati, sottolineano la complessità degli eventi che essi generano.
"Davide e Golia - Omaggio a Caravaggio" (1981 - olio su tela, 120x80 cm), è un’opera in cui Paride rivisita un grande tema della tradizione pittorica con sguardo contemporaneo e spirito critico.
L'omaggio a Caravaggio si coglie nella drammaticità della scena, nel contrasto chiaro - scuro e nella tensione emotiva che attraversa le figure. Come in tutte le sue opere, Paride non si ferma alla citazione: reinterpreta il mito come metafora del potere e della ribellione, forse leggendo in Davide non solo l'eroe biblico, ma l'uomo moderno che si oppone ai giganti del sistema, dell'oppressione o dell'ideologia. Ciò lo notiamo sul volto di Golia, nel suo corpo caduto, nella lama del conflitto. In quest'opera spettacolare, ogni elemento contribuisce a interpretare ciò che l'artista Bianco vorrebbe interpretare.
Nel suo libro Donzello prosegue con l'analisi: "I Sogni della Madre Terra", una lettura storico- culturale dell’epoca postmoderna la quale ci obbliga a un’interrogazione di fondo e che interpella tutte le espressioni individuali e collettive della contemporaneità, le cui risposte hanno condotto a identificare tale periodo con la scomparsa e l’impossibilità di una narrazione in grado di garantire alla società un destino comprensibile.
In questo contesto, l'opera di Paride emerge come testimonianza vivida di un artista che non si è mai allontanato dalla ricerca di significato, anzi, l’ha resa fondamento del proprio agire creativo. In un tempo povero di grandi narrazioni, l’arte di Paride recupera "la memoria storica", riattivando i fili del passato in una sintesi personale, visionaria, dove sogno e consapevolezza si intrecciano.
Non a caso, Paride Bianco viene accostato a celebri figure d'arte come Kandinsky (per ritmo e dinamismo), Boccioni e Depero (per energia e costruzione), ma soprattutto a Gino Severini, per la sintesi compositiva e l'intelligenza del linguaggio visivo. Tuttavia, Paride resta unicamente originale a se stesso: è un futurista che non solo sogna ma coltiva pure desideri.
“I Sogni della Madre Terra” (con ben oltre 100 lavori a tempera, con lievi ritocchi di acrilico, intensamente lirici ed originali), sono una vera ricchezza artistica del panorama culturale contemporanea.
"L’esplosione del segno" rappresenta una fase cruciale nella ricerca di Paride, in cui il linguaggio visivo dell’artista evolve verso una nuova essenzialità. Sul finire degli anni '80, l’abbandono progressivo della narrazione figurativa e del paesaggio strutturato - pur ricchi di valenza poetica - apre la strada a un approfondito lavoro sul segno come forma espressiva autonoma.
L’opera: "L’incontro dei pellegrini con il Papa, Omaggio a Paolo Uccello" ne è l'esempio importante: la citazione storica, pur filtrata attraverso la paraffina e l’assenza di colore vivo, non è più protagonista narrativa, ma terreno di decostruzione. Durante tutto kl suo percorso creativo- artistico, Paride tratta i temi storici, sociali, e quotidiani.
"La Sacra Famiglia" (1992), rappresenta un punto d’incontro tra spiritualità arcaica e sperimentazione formale contemporanea. L’opera, realizzata con tecnica mista su carta e tavola, si muove oltre l’iconografia tradizionale, pur evocando un tema classico, reinterpretato con un linguaggio simbolico e astratto.
Questa tecnica mista consente a Bianco di stratificare materia e luce, creando un effetto di sospensione tra il visibile e l’invisibile, ove il segno si fa vocabolario assoluto dell'arte e il colore cede il passo alla sintesi formale (l'atto di semplificare la realtà visiva, riducendo i dettagli e concentrandosi sugli elementi essenziali come linee, forme, colori e volumi per creare un'immagine compatta e potente.
Il passaggio dal segno al numero e il successivo ritorno alla paraffina segna l’evoluzione importante, chiave fondamentale nella creatività di Paride.
Nelle sue opere, il colore si assottiglia, si fa filante, come una nota che vibra nello spazio, dilatandosi oltre i confini fisici della tela, mentre il segno conserva e possiede una poetica intensa. Perciò la paraffina torna ad essere materia viva.
Opere come “Figura” (2010) e “Bim, bim, bam” (2016), testimoniano una libertà espressiva.
Intorno agli anni duemila, Paride è alle prese con grandi tele, estroflessioni, e opere multiple, spesso attraversate da “citazioni” filosofiche, come: Goethe, Hegel, Kant, in dialogo diretto con il pensiero di Heidegger.
Osservando queste tele e opere multiple, ci perdiamo nel tempo e nello spazio, dove incontriamo non solo i grandi maestri dell'arte, ma anche con:
- La citazione di Goethe, mista su tela, (160x215, 2001)
- La citazione di Hegel, acrilico su tela,(215x160, 2001)
- La citazione di Kant, acrilico su tela, (236x160, 2001), ecc...
- L'isola dei pensieri, acrilico su tela, rappresenta una delle vette concettuali della produzione di Paride. Con le sue ampie dimensioni (160x216 cm), l’opera si impone come spazio mentale, più che fisico, in cui il pensiero si materializza attraverso un linguaggio astratto e stratificato. L’isola non è luogo di isolamento, ma di concentrazione, di ascolto interiore, dove la pittura si fa filosofia visiva.
Proseguendo a sfogliare e ammirare le opere in questo meraviglioso libro, nonché la dettagliata analisi di Donzello, rimango affascinata, come Paride, trasforma il numero da semplice unità di matematica a simbolo poetico e vitale.
Le opere: Numeri filanti, Stormo di numeri in volo, e Numeri al carnevale di Rio, diventano protagonisti di un universo visivo in movimento, tra ironia e riflessione, in cui il segno si fa danza, ritmo, gioco.
"L'oroscopo del segno dei Dritti" è un’opera ironica in tela, che unisce appunto ironia, critica sociale e simbolismo in una narrazione pittorica intensa e pungente. Il titolo stesso suggerisce un gioco visivo, in cui l’oroscopo, (simbolo di destino e predizione), viene associato ai “Dritti”, figura odierna, emblema dell’astuzia contemporanea, dei furbi e degli opportunisti. L'opera sembra smascherare i falsi miti moderni e l’illusoria sicurezza, offerta da schemi e previsioni.
Della “Commedia” l’artista coglie un aspetto etico: è divina nell’indicare quali e quanti peccati possono essere perdonati, se l’intento profuso ad accettare l’arte non fosse permeato di giusto pentimento: all’artista basta una parola “Ri-citare”, parola di consolazione", dice Donzello, riguardo alle opere dantesche di Paride.
In tutto il libro si coglie una lettura profonda e originale della “Commedia”: non solo come viaggio escatologico, ma come opera etica e umana, capace di offrire salvezza attraverso l’arte e la parola.
La “Poetica della materia” di Paride, rappresenta una tappa matura e consapevole della sua ricerca artistica. L’uso del frottage, del calco e delle sperimentazioni materiche testimonia una volontà di andare oltre la superficie, per dare voce a ciò che resta inciso nel tempo.
Nei suoi cicli pittorici, Paride intreccia mitologia e attualità, dove il colore, apre le ali del pensiero e della visione libera.
Nelle opere più recenti, Bianco continua a sondare le possibilità del linguaggio pittorico, mantenendo una tensione viva tra gesto e struttura.
E come disse Lawrence Johns, (il quale continua a sviluppare progetti che favoriscono la connessione tra il visibile e l’invisibile, tra l'artista e il pubblico), affascinato dal mondo coloristico di Paride Bianco: “Questi sono i suoi sogni... Lasciamoli venire!”
Tutte le opere dell'artista Paride Bianco, ciascuno di esse, (senza mettere da parte una in particolare), sono sogni - astri - opere di gran valore non solo artistico, nelle infinite galassie dell'incantevole arte universale.
Invito a tutti a perdersi in queste infinite galassie, in questo meraviglioso libro d'arte poetica, dove il pennello di Paride Bianco e la penna di Giuliana Donzello, si intrecciano all'unisono alla materia vivida, raccapricciante, ironica, dettagliata, surreale ma nello stesso reale, nella loro grandezza di rara bravura.
Giuliana Donzello è nata il 25 aprile 1949 a Venezia, dove ha conseguito la laurea in Lettere e successivamente si è specializzata all’Università di Firenze. Ha affiancato fin dall’inizio della sua carriera l’attività di docente a quella di ricercatrice, collaborando con il Dipartimento di Storia e Critica delle Arti Contemporanee dell’università di Venezia e con il Settore Arti Visive della Biennale. Ha pubblicato diversi saggi sull’arte e numerosi articoli sulla ricerca didattica, collaborando con riviste specializzate, tra cui “L’Educatore, Mensile di Pedagogia, didattica e servizi professionali per la scuola primaria”, dell’editrice RCS – Fabbri, Milano. Ha curato situazioni orientative e formative per il MIUR e l’Università di Venezia ed è stata relatrice e formatrice a convegni e seminari europei sulle tematiche dei linguaggi analogici e dell’inclusione.
Scrittrice e studiosa, tra le sue pubblicazioni vanno citate: “Arte e Collezionismo. Fradeletto e Pica primi segretari alle Biennali veneziane 1895-1926”, Editrice Firenze Libri, 1987; “Un ragazzo zingaro nella mia classe”, Editrice Anicia, Roma, 1998; “Il vento di Tampere”, Editrice Anicia, Roma, 2007, che è stato al centro del convegno sull’integrazione alla Commissione europea nel gennaio del 2008.
Dal 2008 si dedica alla scrittura creativa. “Il serbatoio dei sentimenti”, edito dalla casa editrice Progetto cultura 2003, Roma 2010, è stato il suo esordio letterario.
Sono seguiti: “La stagione delle cicale”, Seneca di Torino, 2012; II^ Edizione Aletti Editore, Guidonia (RM) 2013, opera insignita del II° Premio Internazionale “Salvatore Quasimodo” 2016; “Fiori di sale”, II° Premio Internazionale “Salvatore Quasimodo” 2017, BookSprint Edizioni, Bucino (SA), 2013; “Il tre periodico”, II° classificato al Premio Internazionale “S. Quasimodo” per la narrativa edita da Aletti Editore, Guidonia (RM) 2015; “Scritti d’Arte”, insignito del primo Premio Internazionale Cumani 2017 per la saggistica, edito da Aletti Editore, Guidonia (RM) 2016; “L’Ostatismo ultima impronta del Novecento”, Premio della Giuria al concorso “Scrittori per l’Europa” 2017, edito da Ibiskos Ulivieri, Empoli; Premio Astrolabio 2018, prima classificata Sezione poesia singola; “L’accusa del tempo”, Europa edizioni, Roma, 2018.
Nel 2019 è stata insignita del “Premio per la Miglior Trama” al Dickens Books Awards, Napoli, e risultata vincitrice del Premio Letterario Internazionale “Maria Cumani Quasimodo”, sezione poesia singola; “Crisalidi”, Leonida Editrice, Opera vincitrice del Premio Maria Cumani Quasimodo 2022; “Arte, istituzione e potere. La Biennale di Venezia 1895-1942, Ctl Libeccio editore Livorno, 2021, insignito del “Premio Margherita Hack” 2023; “Crisalidi- Chrysalises”, testo italiano-inglese, tradotto da Ivano Mugnaini, Leonida Editrice 2023; insignito della Targa al Merito per le doti artistiche e creative; “L’altana“, Leonida Editrice 2023, insignito della Targa al Merito per le doti artistiche e creative; Un anno con… Calendario letterario”, Aletti editore, 2024; “Topografie di memorie”, secondo classificato al Premio Rocco Carbone 2023; “Il silenzio delle cetre”, opera vincitrice del Premio Internazionale Xenìa Book Fair, IX Edizione 2024.
Numerosi i riconoscimenti ricevuti. Diversi suoi testi sono riportati in antologie, riviste e dizionari di scrittori e poeti contemporanei.
“Arte, istituzione e potere. La Biennale di Venezia 1895-1942”, “Crisalidi - Crysalises” e “L’altana” sono state insignite della nota critica e dell’attestato di merito da Salvo Nugnes alla Biennale di Milano 2023. Lo studio sulla Biennale veneziana tra le due guerre è stata insignita anche del Premio Margherita Hack 2024.
“Topografie di memorie” si è aggiudicato il riconoscimento al merito artistico del “Premio Arte Biennale”, Venezia 2024, del “Premio Spoleto” 2024 per l’eccellenza artistica.
Recente è il riconoscimento del “Premio Canaletto” per le doti artistiche e lo stile poetico personale.
"Il Silenzio delle Cetre", è stato proposto dall’editore della “Leonida editrice”, dr Domenico Polito, al Premio Strega, Poesia 2025.
Da: Angela Kosta giornalista, saggista, editore, critica letteraria, redattrice, traduttrice, poetessa, promotrice internazionale
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