Poesia di Giuseppe Condello
E GUARDAVA L’ACQUA DI MARE
E guardava l’acqua di mare,
E rifletteva sul suo essere donna,
E cantava assieme al mare, cantava
La vita che non s’arrende alle falcidie
Morali e fisiche della violenza.
Lei aveva un nome suo, nome di
Ariosità e luce, nei suoi occhi,
Pozzi chiari di storie impresse
Nell’anima, ella vibrava di tutto
Il cuore suo per il vero amore,
Intimo e inviolabile.
E guardava l’acqua di mare,
E parlava a Dio e all’essenza
Del cielo dicendo:
“Dillo tu o Signore che noi donne
non siamo costole d’Adamo,
ma siamo l’essenza della vita
in quanto donne”.
Nel suo cuore abbracciò altro cuore,
Le parole erano silenziose, gli scorreva
Tra le dita quella carta con impressa
Una poesia: ché miracolo è l’umana
Comprensione e si produce la bellezza,
Crea l’animo umano che arde contro
Ogni violenza.
E guardava l’acqua di mare,
E si carezzò teneramente il suo
Seno, ella sentiva tutta la sua essenza
Di donna, tutta la sua esistenza di donna
In quel suo nome che era nome
Di libertà.
GIUSEPPE CONDELLO
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