(LUSTUS INSURANCE CORPORATION)
Jernail S. Aanand
( Traduzione in italiano a cura della redazione di SATURNO magazine)
Alla fine è successo.
Questa era l’era dell’AI.
Attenzione:
Intelligenza Avanzata.
Nella lista degli oggetti assicurabili
La LIC (Compagnia Assicurativa Lustus)
Ha incluso il matrimonio
E i coniugi.
Un matrimonio che dura
Sessant’anni
Viene premiato dalla LIC
Con un incentivo di venti lakh alla scadenza.
L’effetto di questa polizza
Fu sconvolgente:
Coppie in procinto di separarsi
Ritirarono improvvisamente le carte del divorzio.
Meglio restare insieme
E continuare a litigare
Che rivendicare la libertà
E perdere venti lakh.
Un agente della LIC si sentì dire
Che ciò avrebbe aiutato
L’amministrazione,
Desiderosa di matrimoni caotici.
Scendendo nei dettagli, disse
Che se marito o moglie tradiscono,
L’altro partner riceve un’indennità
Fino a cinque lakh.
Se una donna guarda con desiderio
Un uomo,
Sua moglie può fare reclamo
Alla LIC per perdita di attenzioni.
Un uomo può chiedere un risarcimento
Se sua moglie viene toccata
Con cattive intenzioni
Da una terza persona.
Gli investigatori della LIC fanno fatica a stabilire
Se i reclami per molestie
E avventure amorose
Siano veri o inventati.
BATTONO SOLO LE ALI**
Jernail S. Aanand
I tempi non sono mai stati buoni.
Abbiamo sempre voluto cambiare
E abbiamo continuato a cambiare—
In meglio o in peggio,
Chi può dirlo?
Le persone migliori vengono spinte
Nel grembo di dèi invisibili
Dove sono costrette
A pregare
Per tempi migliori.
Mentre i peggiori esemplari
Dell’umanità
Occupano i troni
Con totale disprezzo
Per i comandamenti.
Guardo intorno e vedo
Mille cose
Che non vanno—
Eppure posso scegliere quelle
E abbandonare queste?
Mente e muscoli si uniscono
Per formare
Una trappola di ferro.
Gli uccelli sono morti,
Solo le ali sbattono.
Jernail S. Aanand
Le narrazioni umanistiche spesso contrappongono
Scienza e tecnologia alla natura,
E noi cerchiamo di dimostrare
L’ingenuità della natura
E la superiorità dell’intelligenza umana.
Si diceva spesso:
Dio creò la campagna
E l’uomo la città—
Alludendo chiaramente al fatto
Che l’uomo fosse un creatore alla pari.
Quando pensiamo alle industrie,
Ai mega-sistemi, alla creazione di ricchezza,
E alle grandi aziende,
Ci chiediamo come l’uomo
Abbia potuto superare se stesso e diventare un semi-dio.
L’industria significa duro lavoro,
E la scienza che la guida
È ancella dell’uomo:
La tecnologia,
Che ha fatto raggiungere agli uomini le stelle.
Io credo che non sia l’uomo,
Ma gli dèi i veri magnati,
I veri padroni
Delle forze della scienza
E della tecnologia.
Guarda un albero.
Produce il proprio cibo da solo.
La luce del sole basta per metterlo al lavoro.
Di giorno dona ossigeno,
Di notte anidride carbonica.
L’uomo ha forse creato qualcosa
Così autosufficiente,
Così dignitoso,
Che non abbia bisogno di nulla per sopravvivere
Se non della luce del sole degli dèi?
Poi, guarda l’uomo,
E il motto “usa e getta.”
È una moda recente? No.
Era già diffusa tra gli uomini:
Se qualcosa andava storto, qualcuno doveva sparire.
Se abbiamo creato robot,
È una creazione assai povera
Se confrontata con l’uomo,
Creato dagli dèi,
Signore dell’universo.
L’uomo è un "over-reacher" marloviano.
Gli dèi non gli portano rancore.
Trovano anzi piacere
Nel vedere il buffone all’opera,
Affrettare la marcia dell’argilla.
Dr. Jernail Singh Aanand, insignito del Premio Seneca, è una figura letteraria imponente, la cui opera fonde in modo unico creatività, intelletto e visione morale. Autore di 180 libri, ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti internazionali come il Charter of Morava (Serbia), il Franz Kafka Prize (Germania, Ucraina, Repubblica Ceca) e il Maxim Gorky Award (Russia). Il suo nome è inciso sulla Poets' Rock in Serbia.
Fondatore e presidente dell’Accademia Internazionale di Etica, il Dr. Anand ha ricevuto il Dottorato Honoris Causa dall’Università di Ingegneria e Management di Jaipur (UEM). Tra le sue opere più rilevanti troviamo Lustus: The Prince of Darkness (un'epopea) e Philosophia de Anand, opera filosofica che riunisce dieci suoi libri.
Sta per pubblicare le sue dodici epopee in due volumi: Epicasia Vol. 1 e Vol. 2. Anand non è solo un autore indiano, ma una voce globale, capace di sfidare i lettori a confrontarsi con le complessità dell’esistenza, offrendo al contempo speranza attraverso l’arte e l’etica. Se Tagore è il saggio sereno di un passato coloniale, Anand è il profeta ardente del presente caotico, con una voce globale che rimane fieramente indiana. La sua eredità si prefigura come un faro di coscienza in un mondo turbolento.
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