RABINDRANATH TAGORE E JERNAIL SINGH ANAND (Traduzione in italiano a cura di SATURNO magazine)
Mauro Montacchiesi (Roma)
ESERGO
“La fede è l’uccello che, quando l’alba è ancora buia, sente la luce...” — Rabindranath Tagore
PREFAZIONE
Nel traffico browniano del pensiero cosmico, poche, davvero pochissime, sono le voci che brillano con limpida chiarezza: Rabindranath Tagore e Jernail Singh Anand sono due di queste. Sebbene lontani nel tempo, si incontrano nella sfera spirituale e poetica dell’esistenza, dove le loro filosofie, etiche e menti estetiche si intrecciano in una ricerca metafisica. Questo incontro non è un semplice dialogo di menti, ma un ascolto di due anime: anime dedite alla verità, alla bellezza e al progresso umano. Il bardo mistico del Bengala incontra il saggio della coscienza bio-testuale di un’epoca successiva; Tagore e Anand dialogano attraverso secoli e continenti.
MONOLOGO DI TAGORE
Sono il tono sommesso dell’aurora. Le mie parole sono disegni nell’aria, il mio dolore e la mia gioia si sono incontrati.
L’universo non è un problema da risolvere, ma una poesia da cantare. Nel sussurro di ogni fiore, nel palmo di ogni mendicante, vedo il volto dell’Infinito.
Non per insegnare, ma per risvegliare. L’anima non è una lezione, ma una danza. Oh Terra, con il fuoco lasciami baciarti, e nel tuo abbraccio svanire.
HAIKU
Onde di luce mattutina carezzano la riva silente dell’anima —la verità fiorisce nella quiete.
MONOLOGO DI ANAND
Sono la penna degli sconsolati, il grido della Terra martoriata. La mia inchiostro soffre il tempo, la mia penna piange.
La verità non è una reliquia, è un grido. Cammino con alcuni profeti / mangio con gli orfani.
Ho visto la mia sete riflessa, là, in Whitman e Puran Singh. Nello specchio di Whitman e Puran Singh ho trovato la mia sete; ho imparato la mia arsura. Da questa sete, ho forgiato la teoria del Bio-Testo — dove sangue e parola non possono più essere distinti.
AFORISMA
“La poesia è scritta dal mondo che sussurra attraverso l’anima, non dal poeta.”
DIALOGO TRA TAGORE E ANAND
TAGORE: Scrivi con gioia, Anand, o con ferite?
ANAND: Scrivo perché le ferite hanno imparato a cantare. E tu?
TAGORE: Cantavo prima di sapere cosa fosse il dolore. Poi il dolore è diventato la mia scala.
ANAND: Abbiamo camminato lungo gli stessi argini, allora. Io ho chiamato il torrente Bio-Testo. Tu lo hai chiamato Gitanjali.
TAGORE: Eppure, il desiderio del Divino nell’umano, la corrente è la stessa.
ANAND: La poesia è la nostra prova, la nostra protesta, la nostra preghiera.
TAGORE: Se la verità deve essere detta. Il poeta parla, anche nel silenzio.
ANAND: E il poeta guarisce, nella sofferenza.
TAGORE: Come pane tra i cercatori, allora che la nostra inchiostro sia condivisa.
SINTESI
Nella loro danza dialogica, Tagore e Anand svelano la poesia come atto sacro: al tempo stesso offerta e resistenza, visione e balsamo. Il mistico e il riformatore si fondono in un unico battito di coscienza. Le loro parole, cantate o sanguinanti, formano una liturgia di speranza nell’epoca della dissonanza.
PARALIPOMENO
L’opera assume la forma di una conversazione sognata tra due grandi poeti che scrivono con rettitudine e spirito di ricerca. La forma passa armoniosamente, frammento dopo frammento, da monologo a dialogo, da aforisma a sintesi, e richiama il misticismo trasformativo di Tagore e l’attivismo esistenziale di Anand. L’haiku è un respiro congelato di unione, e l’aforisma una incarnazione metafisica.
AUTORE
Mauro Montacchiesi, uno dei principali intellettuali italiani, autore poliedrico e pluripremiato, ex Presidente dell’A.I.A.M. Accademia Internazionale d’Arte Moderna di Roma.
DR. ANAND
Dr. Jernail Singh Anand, con un’opera di oltre 180 libri, è insignito dei premi Seneca, Charter of Morava, Franz Kafka e Maxim Gorky. Il suo nome è scolpito sulla Roccia dei Poeti in Serbia. Anand è una figura letteraria imponente, la cui opera incarna una rara fusione di creatività, intelletto e visione morale. Non è solo un autore indiano ma una voce globale, che sfida i lettori a confrontarsi con le complessità dell’esistenza offrendo speranza attraverso l’arte e l’etica. Se Tagore è il saggio sereno di un passato coloniale, Anand è il profeta ardente di un presente caotico.
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