Saturno Magazine, Articolo: RIFAT ISMAILI

RIFAT ISMAILI

RIFAT ISMAILI

 
COME UN LIBRO DIMENTICATO
 
Hai presente quel vecchio libro posizionato in un angolo della biblioteca, in alto, sui ripiani superiori, dove serve una scala per salirci e prenderlo? Un libro con una copertina spessa, che aspetta e aspetta stoicamente, la mano delicata di qualcuno che lo prenda da lì, lo posi sul tavolo insieme agli altri libri e lo sfogli con curiosità, assorbendo con sete la conoscenza che custodisce al suo interno.
Così sono diventato anch’io con il passare degli anni. Un libro dalla copertina chiusa e austero, impolverato, dimenticato, messo da parte, silenzioso e senza parole. Sto lì e rimugino pensieri, passando il tempo in una sorta di "sonnolenza" finta, navigando con la fantasia come una barca tra cieli e mari, immaginando e incontrando gli eroi dei libri della mia infanzia ma anche di quelli dei giorni nostri.
Sto lì e costruisco in silenzio un altro mondo dentro il mondo, senza vanità, senza delirio o senso di grandezza. Solo se mi prendi tra le mani, mi sfogli con delicatezza, mi leggi e mi parli dolcemente, comincio a risvegliarmi, e pagina dopo pagina divento più loquace, più libero nei sentimenti, finché mi riattivo e inizio a parlare senza sosta. In quel momento, quando la mia mente lavora come un orologio senza fermarsi, mi piace, attraverso le mie riflessioni, soffermarmi sugli eterni viaggiatori del pensiero, bere un po’ d’acqua dalla sorgente delle loro idee adornate da parole e detti d’oro, ricordare le loro imprese trasmesse di secolo in secolo e poi riprendere il mio cammino da solitario, come un viaggiatore affetto dalla malattia del vento che, sonnambulo, si dirige verso luoghi dove si odono richiami di gabbiani e onde che si infrangono sulle rive.
In una di queste soste tra fantasia e libri, ricordo anche i grandi pensatori dell’Oriente, e uno in particolare: Rumi.
Ora, tutti sappiamo che Rumi era un grande pensatore orientale. Il problema è che, per quanto possiamo pensare come lui e gli altri che hanno avanzato il pensiero umano, migliorato la vita e accresciuto la consapevolezza, non riusciamo ad applicare tutto quel patrimonio straordinario di saggezza nella vita quotidiana. Perché la società in cui viviamo non ha alcuna somiglianza con quella in cui ha agito Rumi o altri come lui. La nostra società sembra come se qualcuno – forse un mostro – l’avesse afferrata per la gola e le stesse togliendo il respiro. Questo mostro si chiama materialismo, consumismo, capitalismo, globalizzazione, chiamatelo come volete e come preferite.
Ha ragione Rumi, questo grande viaggiatore del sapere, con la sua straordinaria saggezza. Ma per noi quasi aliena, come venisse da un altro pianeta, anestetizzata, inapplicabile nella pratica. Perché abbiamo la sfortuna di vivere in una società materialista e artificiale. Una società in cui, se provi a opporre resistenza al pensiero dominante, ti si rivoltano contro e ti scaraventano senza pietà fuori dal sistema, e in un batter d’occhio ti ritrovi nudo, escluso da tutto, un emarginato e disprezzato, un pericolo per la società.
Quindi, il problema non sta nella ribellione come popolo, ma nello spirito del cambiamento. Ha più importanza un personaggio del Grande Fratello, qui da noi, che uno scrittore importante. Questo è uno dei tanti paradossi, tra le innumerevoli assurdità ormai quotidiane.
Tutto superficiale, tutto interessato. Tutto in vendita: il corpo e i sentimenti. Una società come un vino acido, che appena lo assaggi ti viene da vomitare. Senza ideali, senza scopi. Una società stanca, inginocchiata, con i gomiti a terra. Una società che promuove principalmente i non-valori. E come sono le società, così sono anche le persone!
Per questo spesso mi sento come un libro dimenticato in fondo a una biblioteca, dove spesso manca la luce e nessuno che passa si ricorda più della mia presenza di scrittore. Qualcuno che macina migliaia e migliaia di pensieri per poi rimasticali. Un silenzio represso, giorni che vanno e vengono senza splendore.
 
Rifat ISMAILI
BIOGRAFIA 
Il poeta, prosatore e saggista Rifat Ismaili è nato il 24 marzo 1968 a Durazzo, in Albania. Dal 1991 ad oggi vive in Italia, attualmente a Savona. Appassionato di arte e letteratura, ha iniziato a scrivere e dipingere fin dai tempi della scuola. Dal 1986 viene pubblicato su giornali e riviste dell'epoca e continua ancora oggi. Allo stesso tempo, oltre a lavorare come autore, è stato ed è anche impegnato in traduzioni, pronunciando autori come Bukowski, Antonio Skarmeta, ecc. La sua opera è stata pubblicata in italiano, inglese, arabo, spagnolo, russo, turco, uzbeko,cinese, ecc., in alcuni enti letterari di quei paesi. Da sottolineare il coinvolgimento in decine di pubblicazioni diverse in qualità di redattore o revisore. Rifat Ismaili è autore di numerosi libri di diversi generi letterari, sia per adulti che per bambini.
È editore della rivista antologica "Gjurmë penash", che include autori locali e stranieri.
Pubblica periodicamente anche la rivista internazionale di letteratura e arte Kryefjala. Inoltre, pubblica anche la rivista di letteratura per bambini Pena Balerina.
 
 

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