Intervista a Antonietta Micali
A cura di Francesca Gallello Gabriel Italo Nel Gòmez
Francesca: Antonietta, partiamo dalle origini. Dove sei nata e dove vivi oggi? Antonietta Micali: Sono nata a Torregrotta, in provincia di Messina, e oggi vivo a Milazzo, sempre in Sicilia. La mia terra è parte di me.
Francesca: Hai un percorso di studi molto ricco. Ce lo racconti? Antonietta: Mi sono laureata in Lettere Moderne alla Sapienza di Roma. Dopo la laurea, ho approfondito per due anni la Storia del Cristianesimo, un tema che mi è molto caro e che ho trattato anche nella mia tesi. In seguito, sono stata invitata a riordinare l’archivio del Centro Studi dedicato al Cardinale Giuseppe Guarino, a Messina. Su di lui ho scritto un saggio che oggi si trova in tutte le biblioteche d’Italia ed è oggetto di studio.
Francesca: Hai anche insegnato in diverse città, vero? Antonietta: Sì, dopo aver vinto un concorso, ho insegnato a Verona, Livorno e Mantova. Poi sono rientrata in Sicilia, dove ho continuato a insegnare e a dedicarmi alla scrittura.
Francesca: La scrittura è una parte centrale della tua vita. Antonietta: Assolutamente. Per oltre vent’anni ho partecipato a progetti di scrittura creativa e corsi di alta formazione con Curci Editori, che è anche un istituto universitario. Ho scritto per diverse riviste e sono direttrice del Dipartimento di Letteratura dell’Accademia Tiberina. Sono cofondatrice di WikiPoesia, Dama della Dante Alighieri e Accademica di WikiPoesia.
Francesca: E poi nasce la “Cattedra delle Donne”… Antonietta: Sì, è un progetto che mi sta molto a cuore. Renato Ongania, ideatore di diverse piattaforme culturali, mi ha nominata presidente. Sono anche vicepresidente del progetto dedicato a Danilo Dolci, attualmente in stampa. Sempre con Renato, sono attivista per la pace e cofondatrice dell’Osservatorio Nazionale sulle Minoranze, di cui lui è presidente.
Francesca: Scrivi saggi con grande regolarità. Antonietta: Sì, ogni anno ne dedico uno a un personaggio storico o letterario: Manzoni, Casanova, e quest’anno San Francesco d’Assisi. Scrivo anche poesie e articoli. Ho sempre amato la poesia, ma per molto tempo non mi sentivo pronta a renderla pubblica. È stato Alessandro Quasimodo, figlio del grande poeta, a incoraggiarmi. Ha scritto la prefazione della mia prima silloge e abbiamo partecipato insieme a diversi convegni.
Francesca: Scrivi anche per i bambini. Antonietta: Sì, attraverso le favole cerco di avvicinarli a temi storici e sociali delicati, come le foibe o il bullismo. Credo che i bambini vadano educati con dolcezza. Non li invito a entrare nel mio mondo: sono io che entro nel loro. In programma ho un libro intitolato Pier e la regata di Santandres, ispirato a un dipinto di Monet.
Francesca: Hai anche un progetto molto personale in cantiere. Antonietta: Sì, è una promessa fatta a mia madre. Lei ha conservato appunti preziosi sul periodo della guerra vissuto in prima persona. Voglio trasformarli in un libro, per onorare la sua memoria.
Francesca: Hai ricevuto molti premi e riconoscimenti. Antonietta: È vero, ma non ho mai incorniciato nulla. Li tengo nel cassetto, come reliquie. Per me il vero premio sono le persone che ho incontrato lungo il cammino, le esperienze condivise, gli insegnamenti ricevuti. In un viaggio lungo la vita, non contano i souvenir, ma chi ti ha accompagnata.
Francesca: Hai partecipato anche a progetti artistici importanti. Antonietta: Uno dei più belli è stato alla Biennale di Venezia, dove un critico d’arte mi ha invitata ad abbinare le mie poesie a quadri e dipinti. Un progetto elegante e costruttivo, dove la poesia incontra l’arte: il pennello e la penna, i colori e l’inchiostro.
Francesca: Quali sono alcune delle tue pubblicazioni poetiche? Antonietta: Tra le mie sillogi ci sono Mentre eravamo altrove, Il vento scompiglia i pensieri e altre ancora. Ho anche partecipato a un protocollo d’intesa con l’Università Marconi e faccio parte del Senato Accademico dell’Accademia Culturale Internazionale Cartagine 2.0.
Francesca: Hai intervistato anche personaggi noti. Antonietta: Sì, tra gli altri, Laura, ex moglie di Gianni Morandi, e il nipote della regista Lina Wertmüller.
Francesca: Sei sposata e hai due figli. Antonietta: Sì, e mi godo la quotidianità e le piccole gioie della vita. Credo siano la vera ricchezza e il premio più bello.
Francesca: Ti va di condividere un ricordo d’infanzia? Antonietta: Certo. Avevo sei anni, leggevo e scrivevo già. Mia zia, che era maestra, scriveva lettere per una signora anziana che non sapeva scrivere. Un giorno, stanca, mi disse: “Vai tu, che sai scrivere.” Così iniziai a scrivere le lettere per quella nonnina e a leggerle le risposte. Un giorno mi regalò 500 lire. Le spesi tutte in patatine, perché mia madre non me le faceva mangiare. Fu una soddisfazione enorme.
Francesca: Hai avuto una guida spirituale? Antonietta: Sì, Padre Bentivegni. È stato un punto di riferimento importante.
Francesca: Antonietta, è stata una chiacchierata meravigliosa. Sei una donna forte, modesta, altruista e costruttiva. In tutta la tua umiltà, forse non ti rendi conto di quanto hai fatto di bello per questo mondo. Antonietta: Ti ringrazio di cuore. Le parole gentili sono il dono più prezioso.
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