Su Yun's Poems
SU YUN – CINA
Su Yun, il cui vero nome è Chen Ruizhe, è un poeta di 16 anni. È membro della Società di Poesia Cinese. Le sue opere sono state pubblicate in più di dieci paesi, tra cui le raccolte poetiche “Spreading All Things” e “Wise Language Philosophy” in Cina, e la raccolta “WITH ECSTASY OF MUSING IN TRANQUILITY” in India. Ha vinto il Premio Guido Gozzano Apple Orchard 2024 in Italia.
La letteratura è deserta, ma ci sono persone che continuano a tenerla calda.
Traduzione in italiano a cura di Angela Kosta
FINESTRA DI PIOGGIA
(RAIN WINDOW)
Gocce di pioggia, sfuggendo ai tergicristalli,
cristallizzano il mio finestrino.
Attraverso questo velo cristallino
indovino il mio cammino destinato,
che si solleva dal sentiero accanto allo stagno verso la distanza,
fluttuando dagli steli di grano sollevati al villaggio,
dove si ergono chiese e case antiche,
dove risuonano campane ed i vetri baciati dalla pioggia brillano.
Partendo dall’interno della casa,
apro una a una le finestre intrise di pioggia.
I miei passi, a differenza delle gocce sui rami,
non riescono a creare cerchi nei ristagni.
La mia figura, a differenza dell’erba sul ciglio della strada,
non riesce ad abbracciare così completamente la pioggia.
Eppure desidero spalancare un’ultima finestra di pioggia,
e varcare la soglia verso un mondo nuovo.
SOGNO DI VIAGGIO
(DREAM OF JOURNEY)
Anche da sveglio
oscillo ancora nel vagone.
Pochi istanti fa
ci siamo allontanati dalla meta,
senza transizione dall’asfalto alla terra,
senza l’ultimo albero prima della svolta,
solo erbe selvatiche in lontananza e sentieri a chiazze,
e le cose più semplici della campagna:
grano giallo, canali asciutti e platani.
Montagne non scelte, fiumi esclusi,
il mio cuore trova quiete in questo viaggio,
con un autista fidato e me stesso.
Abbiamo una fermata predestinata.
Sì, ci fermiamo in una nuova strada del villaggio.
Attraverso le vetrine vedo chiaramente
banchetti di sconosciuti sotto le luci,
incontro amici della mia terra natale.
In un attimo
iniziamo il ritorno, custodisco il tempo con attenzione,
saluto gli amici, porgo auguri ai banchetti,
e i campi ordinari lungo il cammino
brillano davanti ai miei occhi erranti.
Cerco di memorizzare tutto ciò che vedo
mentre svanisce rapidamente in lontananza.
Ho sempre saputo di sognare,
camminando su una strada infinita,
eppure colma di materia familiare,
fino a che non apro gli occhi e comincio a sentire la mancanza
di tutto ciò che lì ho lasciato,
mai più da ritrovare, ma che riaffiora confusamente.
LACRIME DELLA MONTAGNA
(MOUNTAINS TEARS)
Ammira chi non appassisce,
non aggrappandosi alla vita tra le sofferenze,
ma crescendo fedele alla propria natura.
Se i venti assalgono i pendii,
essi restano, scudi incrollabili.
Osserva chi si appassisce,
non scomparso anzitempo,
ma andato via con grazia ritmica.
Se la pioggia trapassa la terra,
essi affrontano la frammentazione senza paura.
Forse il lamento millenario di un albero inaridito
ingoia lo stoicismo verdeggiante della montagna.
Forse una futura brace nascosta tra le radici
accende il dischiudersi stagionale del suolo.
Alla fine, la tua facciata scolpita
si erode, rivelando i tuoi sussurri addolorati.
Le tue lacrime conservate
non cercano più compenso
per le gocce versate che adornano gli alberi
e incendiano l’erba.
NANO
(DWARF)
Il gigante e il nano attraversano il tunnel.
Il gigante china il capo,
così fa anche il nano.
Sebbene la vista sia limitata,
egli immagina la propria statura smisurata,
elevata oltre paragone.
All’uscita del tunnel,
la meta del gigante è chiarissima.
Solo curve restano, riflette.
Il nano invece si lamenta: vede montagne davanti.
Entrambi cadono nell’abbraccio di un fiume.
Il gigante deve sollevare la testa.
Il nano lo imita.
Il gigante cerca salvezza.
Il nano beve avidamente.
Il gigante nuota verso un legno galleggiante trovato.
Mentre il nano…
diventa per sempre la bestia nutrita dalla sua arroganza.
ANGOLO
(CORNER)
Dalla mia visuale est-ovest sulla strada
sono a lungo stato appagato dalle mie preghiere al cielo.
L’arcobaleno che vedo dovrebbe estendersi lontano,
il tramonto che vedo dovrebbe ardere di cremisi.
Quando mi fermo in un angolo al piano di sopra,
si aprono passaggi a nord e a sud.
L’arcobaleno si allunga per grandi distanze,
ma ora mare e cielo ondeggiano all’unisono.
Il tramonto brucia di scarlatto,
eppure la luce che resta danza su correnti nascoste.
Alcuni gioiscono su pendii lontani:
dove io vedo banchi di sabbia,
loro scorgono ampie baie.
Dove io noto acque immobili,
loro vedono onde impetuose.
Dal mio angolo d’osservazione,
condivido cieli post-pioggia con altri.
Chi è più lontano dalla polvere del mondo
contempla scene ancor più vivide.
Non è mancanza d’immaginazione,
solo inconsapevolezza delle meraviglie che sono sotto gli occhi.
SUSSURRI DELLA TERRA
(WHISPERS OF EARTH)
Veli danzano con piume che cadono,
incido tralci di smeraldo dalle profondità.
Egli indica quel regno lontano,
dove semi dispersi abbracciano la casa terrestre.
Uccellini cercano la tua traccia eterea,
parole mai dette nell’abbraccio della tempesta,
trasportate nel lieve avvolgere del gelso.
Anch’io intraprendo questa grazia in cerca,
ogni passo attento nell’argilla sottostante
seppellisce lentamente le spine del dolore passato.
Bacche rosse dormono nel dolce abbraccio della Terra,
cicogne nere si sollevano da onde di loto in fiamme,
volando oltre le vette supreme della creazione,
svanendo nella foresta dei pioppi.
Lentamente, a partire dal tempio,
tutto si dissolve in ombre lontane,
svanendo in altezze irraggiungibili:
sussurri tra la Terra e meteore bianche.
ERA
(ERA)
Dopo che le falene hanno divorato vecchie pellicole,
tutti iniziamo a comprendere:
le valli non appartenevano solo agli anni Ottanta,
crescere non era solo degli anni Novanta,
il successo non si fermava all’alba del nuovo secolo.
Un’era è un’onda,
composta dalle nostre età diverse.
Alcuni si lanciano solo davanti all’onda,
rigettati senza pietà.
Altri lottano nel suo cuore,
nascosti tra le acque in tumulto.
Qualcuno, più fortunato, afferra la coda dell’onda,
forse lanciato verso rive più alte.
Innumerevoli sentieri tra acque a strati,
sconosciuti saliscendi tra le onde.
Attraversiamo i grandi scogli dei nostri predecessori,
ciascuno affondando su scogli minori sconosciuti.
Ci scontriamo con le oscure valli dei nostri avi,
ciascuno fermandosi ad altezze inspiegabili.
Un’era è un’onda,
un’onda che racconta il suo ciclo eterno.
CANTO D'UCCELLI
(BIRDSONG)
Se la luce screziata disegna i contorni dei fiumi raccolti,
le ombre degli alberi sono stampi di carta pressati sulla terra piana.
Il canto degli uccelli è l’incisione dispersa della natura.
Ogni cornice di foglie affollate imprime fiori nel tempo.
Attribuire al canto degli uccelli un capolavoro:
corde di canapa tendono le tende al sole,
le recinzioni stringono le corde,
solo gli uccelli oscillano nel loro ozio sereno,
trovando pace nel caos,
cancellando i segni di ruggine dai recinti,
coprendo i suoni secchi della corda.
Una solitudine nel mondo luminoso.
Non so dove abitino,
i loro richiami si avvolgono come alghe nell’acqua.
Se avessi un pennello,
dipingerei orchidee vigorose e erbe intrecciate,
dipingerei alberi verdi senza nome
che riflettono le sfumature lasciate dal canto degli uccelli.
OMBRA
(SHADOW)
Dovremo separarci.
Da quando ho imparato a volare in alto,
la mia piuma solida attraversa campi colmi di luce.
Tu la afferri col becco etereo.
Dovremo separarci.
Da quando ho compreso la forza del corpo,
il mio grido risonante oltrepassa ciuffi di canne,
tu lo lenisci con onde increspate.
Piume galleggianti su un lago verde: la nostra distanza più vicina.
Attraversando soglie, ci nascondiamo nello stesso mondo.
Sotto il sole cocente, tu sei il segno con cui mi notano.
Sotto la luna, io sono la prova con cui ti analizzano.
Tu sei la mia impronta nella luce.
Io sono la tua metafora nell’oscurità.
Quando ci incontriamo alle alte grondaie,
chiunque può attraversare tempo e spazio
per restare in questo mondo.
SINFONIA DELLA PIOGGIA
(SYMPHONY OF RAIN)
I veri sussurri della pioggia
sono foglie che tremano dall’anima alla pelle.
I veri echi della pioggia
sono finestre a grata che si inchinano al lieve frastuono.
Il suono della pioggia è un’eco da ogni angolo,
con passi sempre avanti nel tempo.
Cerco increspature nella foschia,
sfiorando sorgenti alla fine del viaggio.
La voce della pioggia inizia con nuvole lacerate,
la voce della pioggia inizia con foglie e tegole accarezzate.
La voce della pioggia resta nello schizzo delle pozzanghere
e nell’abbraccio delle anime affini.
Anche senza tuoni o terra oscurata,
questa voce — e la vita — è promessa dalla vita stessa.
La pioggia dimostra il suo viaggio
in ogni collisione perlacea.
SU YUN - CHINA
Su Yun , Whose real name is Chen Ruizhe, he is a 16-year-old poet. He is the member of the Chinese Poetry Society. His works have been published in more than ten countries, including the poetry collections "Spreading All Things" and "Wise Language Philosophy" in China, and the poetry collection "WITH ECSTASY OF MUSING IN TRANQUILITY" in India. He won the 2024 Guido Gozzano Apple Orchard Award in Italy.
Literature is deserted, but there are people who keep on warming up
RAIN WINDOW
Raindrops, escaping the wipers
Crystalize my window
Through this crystalline veil
I divine my destined path
Rising from the pondside path to the distance
Floating from the lifted wheat stalks to the village
Where churches and ancient houses stand
Where chimes echo and rain-kissed windows glisten
Starting from inside the house
Opening rain-drenched windows one by one
My footsteps unlike droplets from branches
Cannot create ripples in puddles
My silhouette unlike roadside grass
Cannot embrace the rain so wholly
Yet I long to push open one more rain window
Stepping into a new world.
DREAM OF JOURNEY
Even when awakened
I still sway within the carriage
Moments ago
We journeyed away from our destination
No transition from asphalt to soil
No final tree before the turn
Only distant wild grass and patchwork paths
And the simplest things in the countryside
Yellow wheat, dry channels, and sycamore trees
Mountains not chosen, rivers not included
My heart finds peace on this journey
With a trustworthy driver and myself
We have a destined stop
Indeed, we pause in a new village street
Through the shopfronts, I see clearly
Banquets of strangers under the lights
Meeting friends from my hometown
In an instant
We begin our return, I guard time closely
Bidding farewell to friends, offering banquet wishes
And the ordinary fields along the way
Sparkling before my wandering eyes
I strive to memorize all I see
As it swiftly fades into distance
I've always known I'm dreaming
Walking an endless road
Yet filled with familiar matter
Until I open my eyes, beginning to miss
All that I left behind there
Never to return but emerges hazily.
MOUNTAINS TEARS
Behold the unwithered
Not clinging to life through affliction
But growing true to their nature
Should winds assail the slopes
They stand, unwavering shields
Observe the withered
Not untimely perished
But exiting with rhythmic grace
Should rains pierce the soil
They face fragmentation fearlessly
Perhaps a desiccated tree's millennia-old lament
Swallows the mountain's verdant stoicism
Perhaps a lone grassroots future ember
Ignites the ground's seasonal unfurling
Ultimately, your chiseled facade
Erodes, bearing your mournful whispers
Your preserved tears
No longer seek recompense
For the droplets shed adorning trees and igniting grass
DWARF
The giant and dwarf traverse the tunnel
The giant bows his head
As does the dwarf
Though limited in vision
He fancies his stature immeasurable
Lofty beyond compare
Exiting the tunnel
The giant's destination is strikingly clear
Mere bends remain, he muses
The dwarf laments mountains ahead
Both fall into a river's grasp
The giant must raise his head
The dwarf follows suit
The giant seeks salvation
The dwarf gulps water greedily
The giant swims toward the discovered driftwood
While the dwarf...
Becomes forever the beast fed by his arrogance
CORNER
From my east-west view of the street
I've long been content with my prayers for the sky
The rainbow I see should stretch far
The sunset I see should glow crimson
When I stand in a corner upstairs
North and south passages unfold
The rainbow spans great lengths
But now sea and sky ripple in concert
The sunset burns scarlet
Yet lingering light dances on hidden currents
Some rejoice on distant slopes
Where I see sandbars
They perceive vast bays
Where I observe still waters
They witness surging waves
From my corner perch
I share post-rain skies with others
Those further from worldly dust
Behold scenes more vibrant still
It's not a lack of imagination
Just an unawareness of the wonders in sight
WHISPERS OF EARTH
Gossamer dances with falling plumes
I inscribe emerald tendrils from depths
He gestures toward that distant realm
Where scattered seeds embrace earthen home
Little birds seek your ethereal trace
Words unspoken in tempest's embrace
Carried forth in mulberry's gentle fold
I too embark on this searching grace
Each careful step in clay below
Slowly buries thorns of yesterday's woe
Red berries sleep in Earth's sweet embrace
Black storks rise from lotus waves aglow
Soaring beyond creation's highest peaks
Vanishing into the poplar forest
Slowly, beginning from the temple
All melts into distant shadows
Dissolving into unreachable heights
Whispers between Earth and white meteors
ERA
After moths have eaten through old film reels
We all come to understand
Valleys weren't just about the eighties
Growing up wasn't just about the nineties
Success wasn't limited to the new century's dawn
An era is a wave
Composed of our different ages
Some rush only at the wave's front
Mercilessly rejected
Some struggle within the surge
Hidden by turbulent waters
Some fortunate ones catch the wave's tail
Perhaps thrown toward higher shores
Countless paths in thousand-layered waters
Unknown rises and falls within waves
We pass over our predecessors' great reefs
Each sinking at unknown smaller reefs
We crash against our forebears' dark valleys
Each pausing at inexplicable heights
An era is a wave
A wave performing its cyclical tale
BIRDSONG
If dappled light forms the contours of gathered rivers
Tree shadows are paper molds pressed into flat earth
Birdsong is nature's scattered engravings
Each frame of crowd leaves floral prints
Attribution to birdsong masterpiece
Hemp ropes pull taut the sunshades
Fences bind tight the hemp ropes
Only birds sway in carefree leisure
Finding peace within chaos
Erasing rust marks from fences
Concealing the cracking sounds of hemp rope
A solitude within the bright world
I know not where they dwell
Their calls spiral like water weeds
If I had a brush
I'd paint vigorous orchids and woven grass
I'd paint nameless green trees
Reflecting birdsong lingering hues
SHADOW
We shall part ways
From when I learned to soar high
My solid feather pierces through light-bound fields
You grasp it with your ethereal beak
We shall part ways
From when I became aware of bodily skill
My resonant cry sweeps past reed tassels
You soothe with rippling waves
Floating feathers on green lake, our closest distance
Crossing thresholds, we hide in the same world
Under scorching sun you're the trace by which people notice me
Under moonlight I'm the evidence by which they analyze you
You are my imprint in brightness
I am your metaphor in darkness
When we meet at high window eaves
Anyone can traverse time and space
To remain in this world
SYMPHONY OF RAIN
True whispers of the rain
Are leaves trembling from soul to skin
True echoes of the rain
Are latticed windows bowing in gentle din
Rain’s sound is an echo from each corner
With footsteps forever ahead in time
I search for ripples in the haze
Touching springs at journey's end
Rain's voice begins with clouds torn asunder
Rain's voice begins with leaves and tiles struck tender
Rain's voice remains in puddles' splash and kindred souls' embrace
Even without thunder or darkened earth below
This voice and life by life itself is vowed
Rain proves its journey through each pearled collide.
Prepared by Angela Kosta Executive Director of the Magazines: MIRIADE, NUANCES ON THE PANORAMIC CANVAS, BRIDGES OF LITERATURE, journalist, poet, essayist,
publisher, literary critic, editor, translator, promoter
Fondato da: Francesca Gallello
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