Saturno Magazine, Articolo: LA SOLITUDINE DEGLI ANZIANI IN UN PAESE CHE HA SMESSO DI ASCOLTARE

LA SOLITUDINE DEGLI ANZIANI IN UN PAESE CHE HA SMESSO DI ASCOLTARE

“Vergognarsi di cosa?”: la solitudine degli anziani in un Paese che ha smesso di ascoltare

C’è un’Italia che non fa rumore. Non scende in piazza, non urla nei talk show, non occupa le prime pagine. È l’Italia degli anziani dimenticati, delle vedove con la pensione minima, dei nonni che hanno costruito questo Paese con le mani e oggi si ritrovano a scegliere tra un pasto caldo e una scatola di medicine. È l’Italia che si siede su una sedia portata da casa, in un angolo di una grande città, con un cagnolino in braccio e la dignità che si sgretola sotto il peso dell’indifferenza.

Qualche giorno fa, in una metropoli del Nord — perché sì, anche lì la povertà esiste, eccome se esiste — ho incontrato una signora anziana. Ottant’anni, forse qualcosa in più. Una casalinga, vedova, con gli occhi pieni di vergogna. “Mi vergogno”, mi ha detto, “di dover chiedere qualche moneta. Ma se pago l’affitto, non mangio. Se compro le medicine, non posso fare la spesa.” E poi le lacrime. Non per sé, ma per la dignità calpestata. Per una vita che non merita questo epilogo.

Ma vergognarsi di cosa? Di essere poveri in un Paese che spende miliardi in armamenti e taglia sulla sanità, sull’assistenza, sulle pensioni? Di essere soli in una società che ha smarrito il senso del vicinato, della comunità, della solidarietà? La vergogna non è di chi sopravvive. La vergogna è dello Stato che ha abbandonato i suoi cittadini più fragili. È dei politici che si aumentano lo stipendio mentre milioni di italiani non arrivano a fine mese. È di un sistema che misura il valore delle persone in base a quanto producono, non a quanto hanno dato.

Al Sud, almeno, resiste ancora un barlume di umanità: il vicino che ti bussa alla porta, la mano tesa, il piatto condiviso. Ma nelle grandi città, l’anziano è un’ombra. Invisibile. Un fastidio da ignorare. Eppure sono loro, i nostri anziani, la memoria viva di questo Paese. Sono le mani che hanno cucito, costruito, allevato. Sono le voci che ci hanno raccontato chi siamo.

E allora basta silenzi. Basta indifferenza. Basta ipocrisie. Non possiamo più accettare che in Italia, nel 2025, ci siano persone costrette a mendicare per sopravvivere. Non possiamo più voltare lo sguardo. Perché ogni volta che lo facciamo, stiamo tradendo noi stessi.

Vogliamo un Paese più giusto. Più umano. Dove la vecchiaia non sia una condanna, ma un tempo di rispetto, di cura, di riconoscenza. Dove nessuno debba più vergognarsi di essere povero. Perché la vera povertà è quella di chi ha smesso di provare compassione.

 

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