Saturno Magazine, Articolo: INTERVISTA AL PERSONAGGIO ANGELA KOSTA

INTERVISTA AL PERSONAGGIO ANGELA KOSTA

JAHONGIR NOMOZOV INTERVISTA ANGELA KOSTA POETESSA, TRADUTTRICE, GIORNALISTA, AMBASCIATRICE CULTURALE E MESSAGGERA DI PACE


J. Nomozov: Benvenuta Angela Kosta. Oggi il suo nome è diventato simbolo di speranza, affetto e ispirazione nel cuore di molte anime creative. Quale forza interiore, quale richiamo profondo Le ha permesso di raggiungere così tanti cuori nel mondo?

Angela Kosta: Salve! Prima di iniziare quest'intervista, vorrei ringraziarla e porre i miei saluti ai lettori di Azerbaijan.
Tornando a noi vorrei evidenziare che il mio cammino non è stato dettato dalla fama o dall’ambizione, ma da un’urgenza dell’anima dopo quattro lunghi anni dal mondo esterno, (per via della mia malattia), volevo comunicare, abbracciare il mondo con le parole. Da bambina, in Albania, ho imparato le parole: sono rifugio e resistenza. Quando ho lasciato il mio Paese per l’Italia, ho portato con me non solo la nostalgia della mia terra, ma anche una missione silenziosa: essere voce per chi non riesce a parlare, luce per chi vive nell’ombra. Questa forza nasce dal dolore trasformato in compassione, dal desiderio di costruire ponti, non muri (come diceva Papà Francesco) dove gli altri vedono barriere. Ogni poesia, ogni traduzione, ogni gesto culturale nasce da una volontà autentica di servire il bene collettivo, non come ruolo, ma come vocazione. Raggiungere i cuori di così tanti autori nel mondo, è un miracolo che accade quando scrivi con verità, umiltà e dedizione.

J. Nomozov: La poesia è l’interprete dell’anima, l’eco del cuore. Per Lei, la poesia è semplicemente un mezzo di espressione artistica o un dono divino?

Angela Kosta: La poesia non è solo un mezzo artistico per me, ma pure un battito sacro.
È come se le parole mi scegliessero da esse, come se ogni verso fosse già scritto nei tempi e io fossi soltanto il mezzo per farle emergere. Credo che la poesia sia un dono divino, un linguaggio eterno che ci collega al cielo e alla terra. Ma questo dono va coltivato con studio, disciplina e amore. Non basta ispirarsi, bisogna anche percepire, tradurre quella scintilla in parole che abbiano vita propria. Per me, ogni poesia è un atto d’amore, un’offerta spirituale, una candela accesa nel buio del mondo. Attraverso di essa riesco a dare voce al silenzio, a guarire ferite invisibili e unire ciò divide.


J. Nomozov: Poesia e traduzione, una porta l’essenza sacra della lingua, l’altra la svela in una nuova forma. Quali differenze interiori percepisce tra questi due percorsi? In che modo la traduzione le ha aperto le porte verso nuovi mondi?

A. Kosta: Scrivere poesia è ascoltare la voce della propria anima. Tradurre è ascoltare quella degli altri. Quando scrivo, affondo nelle mie emozioni, nei ricordi, nella visione del mondo che porto dentro. Quando traduco, metto da parte me stessa per accogliere la voce di un altro autore, con umiltà e precisione. La poesia è creazione, la traduzione è servizio. Ma entrambe sono forme di amore. Tradurre mi ha insegnato a spogliarmi dell’ego, ad abbracciare il mondo da una prospettiva più ampia. Mi ha fatto conoscere civiltà, lingue, sensibilità diverse.
Mi ha aperto porte verso nuovi orizzonti spirituali e culturali, facendomi sentire cittadina libera del mondo.

J. Nomozov: Unire persone di diverse nazioni, culture e religioni attraverso la letteratura, è per Lei una missione artistica o una necessità profonda dell’anima?

A. Kosta: Si, è proprio così. Unire culture attraverso la letteratura, per me è una necessità profonda, una missione che sento come parte integrante della mia identità. Viviamo in un tempo in cui la frammentazione ci allontana, in cui le identità sono usate come barriere invece che come ponti. La letteratura può curare questa piaga che influisce gravemente sul nostro futuro. Quando promuovo scrittori da Paesi lontani, quando traduco dall'inglese una poesia dei coreani in albanese o degli poeti arabi all’italiano, sono sicura che sto ricucendo e ricamando un tessuto sfilacciato, dicendo: “Siamo diversi, ma possiamo capirci e possiamo volerci bene”. Questo è l'obiettivo del mio lavoro: unire l’umanità condivisa.

J. Nomozov: Il 06 marzo 2025, Lei è stata all'evento DivinaMente Donna come membro della giuria, nonché membro dell'Associazione VerbumlandiArtAps approvata dal Presidente italiano. Può dirci qualcosa di più riguardo questo prestigioso evento presso il Senato della Repubblica Italiana?

A. Kosta: Essere parte dell’evento "DivinaMente Donna", tenutosi il 6 marzo 2025 presso la Salla Zucchari al Senato della Repubblica Italiana, organizzata dalla Presidente dell' Associazione VerbumlandiArtAps Dr Regina Resta, è stato uno dei momenti più significativi del mio percorso umano e culturale. Partecipare non solo come ospite, ma in qualità di membro della giuria e membro dell’Associazione VerbumlandiArtAps, riconosciuta e approvata dal Senato stesso, ha aggiunto un valore ulteriore a questo impegno.

Questo evento, nato per valorizzare l’eccellenza femminile in ogni ambito del sapere e dell’arte, è un simbolo potente del rispetto e del riconoscimento istituzionale verso il contributo femminile alla crescita della società. Il fatto che si sia svolto in una delle sedi più alte della democrazia italiana ha reso ancora più forte il messaggio: la cultura è motore di pace, progresso e uguaglianza.

Come membro della giuria, ho avuto il compito e il privilegio di valutare figure femminili che con il loro impegno, spesso silenzioso ma incisivo, hanno portato luce nei campi della letteratura, dell’arte, della scienza, dell’impegno civile. È stato anche un momento di scambio, di condivisione non solo tra donne provenienti da contesti diversi, e unite da ideali comuni: libertà, dignità, dialogo, ma anche con tanti scrittori, giornalisti e poeti che lottano per la difesa ai diritti delle donne.
La mia presenza in veste ufficiale, ringrazio per questo la Dr Regina Resta, ha confermato l’importanza del mio lavoro come poetessa, traduttrice e promotrice culturale internazionale, rafforzando il mio impegno quotidiano nella costruzione di ponti interculturali e nella difesa della parola come strumento di pace.
In un’epoca segnata da divisioni, “DivinaMente Donna” è stata un gran voce al valore dell’essere umano, della sensibilità femminile, e della forza del pensiero.

J. Nomozov: Qual è stata la prova o la difficoltà più grande nel suo cammino creativo? 
L'ha fermata, piegata, o l'ha ispirata con una nuova forza e nuova visione?


A. Kosta: La prova più grande è stata la solitudine. La solitudine dell’immigrata, della donna che sceglie la cultura in un mondo sempre più materialista. Ma anche la solitudine di chi porta avanti battaglie culturali senza supporti economici, senza reti consolidate, contando solo sulla propria fede. Tuttavia, questa solitudine non mi ha piegata, anzi: mi ha temprata. Mi ha insegnato il valore del silenzio, della resilienza e del lavoro quotidiano. Ogni ostacolo è stato trasformato in poesia, ogni delusione in un gesto di generosità.
Le prove sono diventate visione, le ferite sono diventate ali.

J. Nomozov: Il titolo di Messaggera di Pace non è solo un onore, ma una grande responsabilità. Secondo Lei, come possono la poesia e la letteratura servire la pace in un mondo così turbolento?

A. Kosta: In un mondo pieno di guerre, di crisi ambientali, di solitudini tecnologici, la poesia è quella voce interiore che dice: “Esisti, non sei sola". La letteratura è la memoria dell’umanità, ma è anche profezia. Può anticipare cambiamenti, può ispirare rivoluzioni pacifiche, può guarire. Il mio impegno come Messaggera di Pace nasce dalla convinzione che la parola aggiusta al momento giusto e può salvare una vita. Non esagero quando dico questo. La poesia può abbattere stereotipi, costruire ponti invisibili e infiniti per ridarci la dignità perduta sotto le macerie delle inutili e ingiuste guerre.
Promuovendo la letteratura multilingue, favorendo il dialogo fra culture, sto lavorando, nel mio piccolo, per un mondo più giusto e più umano.

J. Nomozov: Lei è riuscita a unire creatori provenienti da culture e nazioni diverse. Da dove prende la pazienza, l’amore e la dedizione necessaria per questo lavoro? Cosa la ispira interiormente?

A. Kosta: La mia fonte di energia è l’amore universale per qualsiasi essere vivente su questa terra, verso tutto ciò respira e emana luce: le persone, i animali e tutto ciò la natura ci regala nel suo splendore.
Il mio è un amore che non cerca applausi, ma che trova gioia nella luce degli altri. Quando vedo un poeta sconosciuto emozionarsi perché la sua voce interiore è stata ascoltata per la prima volta in Albania o Italia grazie a una mia traduzione, lì trovo senso e ricchezza. La pazienza invece, viene dalla grande fede che ho, in ciò che faccio. La dedizione nasce da un senso di gratitudine per la vita e per la penna e le parole che mi sono state donate. Ogni volto, ogni lingua che incontro mi arricchisce. E io restituisco ciò che ricevo, moltiplicato dall’entusiasmo e dalla convinzione che la cultura può ancora cambiare il mondo.

J. Nomozov: Lei ha supportato molti scrittori, aiutandoli non solo a portare le loro opere sulla panorama internazionale ma offrendogli anche incoraggiamento spirituale. Cosa l'ha motivata a percorrere questa strada di dedizione?


A. Kosta: Ho vissuto sulla mia pelle quanto sia difficile emergere. So cosa vuol dire non avere voce, non avere contatti, non sapere da dove cominciare e avere porte e finestre chiuse. Questo mi ha reso sensibile al talento degli altri. Ho scelto di dedicare tempo, energie e risorse per aiutare scrittori e poeti anche emergenti, perché credo in una cultura solidale, non competitiva. La motivazione è semplice: se una parola vale e può salvare, ogni scrittore merita di essere ascoltato. Io sono solo uno strumento, un tramite per dare voce a questi voci. Qualora posso aprire una porta a qualcuno, allora il mio cammino ha ancora più senso.

J. Nomozov: Diverse pubblicazioni internazionali l'hanno nominata Messaggera di Pace. In un mondo così pieno di conflitti, seminare pace attraverso le parole non è un compito facile. 
Quali responsabilità sente di portare come poetessa che promuove amicizia e pace tra le nazioni attraverso la letteratura?

A. Kosta: Portare il titolo di "Messaggera di Pace" è per me un impegno quotidiano, non solo simbolico ma profondamente etico. In un mondo in cui la parola è spesso usata per dividere, offendere o manipolare, io ho scelto di usarla per unire, guarire e costruire ponti. Non è semplice, perché chi promuove la pace attraverso la letteratura si scontra spesso con l’indifferenza, con la superficialità, con chi considera la poesia un lusso inutile. Ma io credo fermamente che ogni verso scritto con verità possa toccare un cuore, cambiare una coscienza, risvegliare una voce silenziosa. La mia responsabilità è duplice: da un lato, essere fedele alla parola autentica, quella che non mente, che non si piega al potere, e dall’altro, continuare a creare spazi internazionali dove le culture dialogano, dove le differenze diventano ricchezza e non altro. Ogni libro tradotto, ogni autore promosso, ogni rivista curata, è un piccolo seme piantato nella terra fragile della convivenza. E finché potrò, io non smetterò mai di seminare.


J. Nomozov: Se dovesse descrivere la sua vita in un solo verso poetico, quale sarebbe?

A. Kosta: Se dovessi condensare tutta la mia vita in un solo verso poetico, direi:

"Sono passata verseggiando in silenzio e ho lasciato una scia di luce divina dove c’era ombra."

Questo verso racchiude il mio cammino: l’infanzia vissuta tra sogni e sacrifici, il distacco dalla mia terra, la sfida dell'immigrazione, la rinascita attraverso la scrittura, la dedizione assoluta alla cultura come forma di cura e resilienza verso la mia malattia e quella in generale. Dal silenzio delle ingiustizie, delle ferite invisibili, sono passata alla creatività non per vanità, ma per condividere, per ispirare, per ricordare che anche dal dolore può nascere bellezza interiore e esteriore. E ogni parola lasciata sulla pagina è una piccola luce, una traccia, un gesto d’amore che resiste al tempo col tempo.

J. Nomozov: Anche se non ha ancora visitato l’Azerbaigian, quali immagini o quale spirito di quella terra vive nel suo cuore? Cosa immagina la sua anima quando sogna l’Azerbaigian?

A. Kosta: Sebbene non abbia ancora avuto l’onore di visitare l’Azerbaigian, nel mio cuore quella terra vive attraverso la sua storia, la sua poesia, il suo popolo. Immagino l’Azerbaigian come un ponte tra Oriente e Occidente, un luogo dove le tradizioni antiche e lo spirito moderno si intrecciano come in una danza armoniosa. Sento la voce della sua musica mugham nei silenzi dell’anima, vedo i suoi tappeti come metafore di intrecci culturali, percepisco la spiritualità del suo paesaggio come un invito al raccoglimento. Quando sogno l’Azerbaigian, la mia anima viaggia tra le sue montagne e i suoi minareti, tra le parole di poeti come Nizami Ganjavi e l’energia creativa dei giovani scrittori di oggi. Il mio desiderio è che la letteratura ci unisca, che un giorno io possa portare la mia voce lì, e allo stesso tempo far risuonare la voce dell’Azerbaigian nei cuori dei lettori del mondo, incontrando in persona alcuni poeti che ho tradotto e ho promosso come la mia carissima amica Tarana Turan Rahimli, pure lei ringraziando ciascuno di voi in persona.

- Biografia di Jakhongir Nomozov -

 

Jakhongir Nomozov è nato il 24 gennaio 1997 nel distretto di Pop, nella regione di Namangan. Corrispondente per l’Uzbekistan, collabora nel giornale azero "Butov Azerbaijan", nella rivista "YAZARLAR" e nel sito ufficiale di Letteratura e Belle Arti, gestito dal Ministero della Cultura e dal Fondo Letterario della Repubblica dell’Azerbaigian. 

- È rappresentante in Uzbekistan della rivista elettronica turca "SIIR SARNICI". 

- È membro dell’Unione dei Giornalisti dell’Azerbaigian e dell’Unione Mondiale dei Giovani Scrittori Turcofoni. 

Appartiene all’Associazione Internazionale "World Talents", fondata nella Repubblica del Kazakistan, ed è vincitore della Medaglia "Abay", del Distintivo commemorativo del Fondo Internazionale di beneficenza Amir Temur e del premio "Orgoglio della Scienza". 

È anche membro dell’Associazione Internazionale degli Artisti e del Fondo Pubblico dei Poeti e Scrittori del Kirghizistan. 

Nomozov partecipa regolarmente ai laboratori tradizionali per giovani artisti. Scrive poesie, articoli giornalistici e si occupa di traduzione letteraria. Le sue poesie sono state pubblicate nelle antologie internazionali "Mujde" e "Flashmab". 
È autore dei libri: 
- "I ribelli del mio cuore", 
- "Spazio sacro"
- "La canzone del risveglio". 

Nel 2022, la Casa Editrice turca Baygenç Kitap ha pubblicato la sua raccolta poetica "Il Respiro del Sole". 

Nomozov è vincitore di numerosi concorsi letterari nazionali e internazionali.
Le sue opere sono state pubblicate in: 
Kazakistan, Kirghizistan, Turkmenistan, Azerbaigian, India, Turchia, Russia, Bangladesh, Nepal, Kenya, Algeria, Iran, Iraq, Vietnam, Serbia, Macedonia, Belgio, Cina, Corea, Spagna, Italia, Albania, Stati Uniti, su riviste, giornali e portali letterari. 

È studente dell’Università di Giornalismo e Comunicazioni di Massa. 
Ha vinto il prestigioso Premio "Guzel Alanya" dello Stato turco. 

Nel 2025, in omaggio alla memoria dell’Eroina Nazionale dell’Azerbaigian Hokuma Aliyeva, ha pubblicato l’articolo "Demisdin yaxsi olacaq...", incluso anche in una sua raccolta.

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