Saturno Magazine, Articolo: AH YOUNG LEE

AH YOUNG LEE

 

Ah Young Lee (Corea del Sud)
Nata a Sangju, nella provincia di Gyeongsangbuk-do, Ah Young Lee ha completato gli studi di scrittura creativa presso la Graduate School of Arts della Chung-Ang University. Ha esordito nel 2001 sulla rivista letteraria trimestrale Free Literature.
Nel corso della sua carriera ha ricoperto numerosi incarichi nel panorama poetico coreano: è stata direttrice della Free Literature Society, membro del comitato per la cultura tradizionale dell’Associazione dei Poeti Contemporanei Coreani, dirigente della stessa associazione e della Open Poetry Society.
È attiva inoltre come membro dell’Associazione Letteraria Coreana, del comitato direttivo dell’Associazione degli Scrittori Buddhisti, e come consulente per le associazioni letterarie della Chung-Ang University e del continente. Fa parte dell’Associazione degli Scrittori Coreani, della Ieodo Literary Association, ed è vicepresidente dell’Associazione Mondiale della Letteratura Coreana.
Tra le sue raccolte poetiche si ricordano: Un globo nel mortaio di pietra, Pioggia di bambù nel giorno dei fiori, e Muschio di radice di stellaria. Ha ricevuto il Pure Literature Award e l’Open Poetry Award.

 

Traduzione in italiano a cura della redazione

Impronte d’uccello

Nel cortile innevato,
nuove impronte si distinguono nitide.
Un ospite è arrivato di buon mattino –
il desiderio di una madre partita lontano,
la nostalgia di un marito andato via per primo.
Sei venuto nel mio sogno
e hai lasciato le tue orme.

Ogni anno, quando la frutta del sole matura
nel vaso fiorito sul tetto,
un uccellino arriva,
cinguetta,
e assapora il frutto.

Quel piccolo uccello mangia
cinque o sei frutti del desiderio,
senza avidità.
Oggi è il giorno in cui
mi sembra di capire
perché vola così alto
verso il cielo d’occidente.

Nevica –
nel bosco,
sopra i palazzi più alti degli alberi –
la neve bianca
è nostalgia che si accumula.


Zosterops erythropleurus

Alla fontana nel bosco di camelie,
nel parco della città,
un piccolo uccello sosta da solo.
Beve qualche sorso d’acqua,
immerso nei suoi pensieri.

Un uccellino verdognolo-giallo
innamorato dei fiori di camelia –
sbattendo le ali,
termina il bagno,
si alza in volo
verso la “Casa della Meditazione.”

Sempre meno persone
passano per il parco.
Quando scende la sera,
un fiore di camelia
cade intero
ai miei piedi in meditazione.

Tutto nel mondo cambia.
Non bisogna perdere l’attimo: sentilo.
Un cucchiaio di domande
mi resta sulla lingua.
Non riesco a cogliere
il senso profondo dei koan zen.


Monologo di mezzogiorno

Da sola,
in una casa vuota,
guardo fuori dalla finestra.

Là, oltre il cortile,
un acero solitario –

in fiore, come fuochi d’artificio
senza neppure un filo di fumo.

 

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