Il cane: rappresenta la gentilezza, la pazienza e la fedeltà, ma anche l’innocenza e la capacità di amare senza riserve.
Le galline: simbolizzano una minaccia inaspettata, la brutalità che può provenire da chi è considerato debole o innocuo. Rappresentano anche la violenza che può nascere dall’istinto o dall’aggressività non controllata.
È una breve storia, quasi una parabola o una fiaba moderna, che mette in luce valori etici come la compassione, la non violenza e la gentilezza. Ha un tono poetico e simbolico, che può essere interpretato in vari modi, ad esempio come una riflessione sul modo in cui l’innocenza e la bontà vengono spesso maltrattate nel mondo. Può essere visto come un invito a mantenere la gentilezza e l’amore anche quando si è feriti o maltrattati.
(Traduzione in italiano a cura di SATURNO MAGAZINE)
(Traduzione in inglese a cura di SAHAR AL – YAQOOB)
LA DOTTRINA DEL CANE
Ho chiesto al venditore di alcolici del suo cagnolino. Avevo visto alcune galline indiane aggirarsi dove lui si sedeva — tra il carretto dei fagioli e la porta del magazzino degli alcolici.
— Lo abbiamo spostato alla fattoria. È più al sicuro lì. Quelle galline indiane si erano affezionate a lui — con i loro becchi appuntiti.
— E da quando le galline riescono a sopraffare i cani?!
— Lui è un cane educato. Non fa mai del male. I suoi padroni gli hanno insegnato che tutte le creature sono sue amiche, e che ciò che viene dagli amici deve nascere dall’amore. Per questo balla sulle zampe posteriori — sia che gli lanci un fagiolo bollito, sia che gli dai un calcio con lo stivale. Non avremmo mai immaginato che quelle galline, che ci sono state regalate a tarda notte, potessero essere così brutali. Così, le abbiamo rinchiuse con lui nel magazzino degli alcolici, solo fino a quando non abbiamo trovato un altro posto per loro.
La mattina dopo, quando abbiamo aperto la porta, abbiamo trovato il cane circondato da artigli, bagnato da un sangue così denso che si era rappreso su di lui. Sembrava un pezzo di fegato con due occhi senza vita.
Eppure, stava ancora provando — stava ancora lottando per alzarsi e ballare sulle zampe posteriori, in segno di gratitudine verso i becchi che lo stavano sgozzando.
"The Dog’s Doctrine"
I asked the liquor vendor about their little dog. I had seen some Indian hens roaming where he used to sit—between the fava bean cart and the door to the liquor storeroom. — We moved him to the farm. He’s safer there. Those Indian hens had grown addicted to him—with their sharp beaks. — And since when do chickens overpower dogs?! — He’s a polite dog. Never returns harm. His owners taught him that all creatures are his friends, and that whatever comes from friends must be born of love. That’s why he dances on his hind legs—whether you toss him a boiled fava bean or kick him with your boot. We never imagined those hens, gifted to us late one night, would be so brutal. So, we locked them up with him in the liquor storeroom, just until we found them another place. The next morning, when we opened the door, we found the dog encircled by claws, drenched in blood so thick it had clotted over him. He looked like a slab of liver with two lifeless eyes. And yet, he was still trying—still struggling to rise and dance on his hind legs, in gratitude to the beaks that were slaughtering him.
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