Saturno Magazine, Articolo: LA MUSICA COME LINGUAGGIO UNIVERSALE

LA MUSICA COME LINGUAGGIO UNIVERSALE

La musica è piacere e cura

Souad Khalil

La musica è un linguaggio universale. È un fenomeno presente in tutte le società umane, fin dai tempi più antichi. Costituisce l’essenza dell’umanità: nessuna cultura è priva di melodie e ritmi. La musica è espressione delle emozioni umane, rappresenta anche una forma di comunicazione tra gli esseri umani e, forse, può costituire una forma di terapia complementare alla medicina tradizionale.

Il bisogno urgente dell’uomo di gustare la bellezza nascosta dietro l’essenza delle cose — una bellezza che richiede esercizio dell’immaginazione e strumenti di pensiero libero — può essere talvolta racchiuso in un brano musicale capace di trasformare l’ascoltatore in un filosofo. Un filosofo che si pone domande astratte e contrappone le proprie concezioni interiori con immagini che appaiono come un primo stupore nella sua fantasia.

Per questo motivo, la musica e la sua fruizione possono costituire una fase fondamentale per la formazione di un pensiero capace di scuotere ciò che è convenzionale. La musica è stata utilizzata a fini religiosi e, ancora oggi, alcune tradizioni del passato sono presenti nelle pratiche odierne: come le campane nelle chiese per chiamare i fedeli alla preghiera, i canti liturgici, l’organo o le trombe per radunare i soldati nei campi, e i tamburi usati dagli africani per comunicare. I tamburi venivano usati anche per trasmettere messaggi sonori, e le trombe per localizzare le prede da cacciare nelle tribù che basavano la loro vita sulla caccia.

Fin dai tempi antichi, l’uomo ha creato strumenti sia per il piacere che per altri scopi — guerre, culto, intrattenimento. Gli strumenti a corda si sono sviluppati in Oriente, in India, Cina e Giappone.

La musica ha anche un ruolo nelle liturgie religiose e nelle credenze magiche. Inoltre, essa ha una funzione educativa: ha avuto un impatto evidente nei paesi con alta percentuale di analfabetismo, sia nelle società primitive che nell’Europa medievale, dove i cantori itineranti con il loro liuto cantavano di tutto — della tribù, della patria, della vittoria, dell’agricoltura — mentre attraversavano villaggi e città.

Gli strumenti musicali inventati e creati dall’uomo fin dall’antichità sono quasi innumerevoli. Molti di essi condividono caratteristiche simili, e per questo motivo i nomi spesso si confondono tra loro: lo stesso nome è stato attribuito a strumenti diversi, e a volte uno stesso strumento ha avuto nomi differenti.

Questa è una visione semplificata di come l’uomo antico cercasse di imitare la natura per adattarsi ad essa, e di come esprimesse le sue emozioni attraverso gli strumenti rudimentali a sua disposizione. Non dobbiamo dimenticare i miti greci e le loro divinità: secondo alcuni studiosi, Apollo — dio del sole, della medicina e delle arti — avrebbe inventato l’arpa utilizzando un arco d’argento da caccia su cui tese delle corde che, pizzicate, emettevano suoni dolci. Un altro mito racconta che una tartaruga morta lasciò il suo carapace secco, le cui nervature, mosse dal vento, producevano suoni armoniosi: nacque così la lira, oggi simbolo della musica e della poesia. Un'altra leggenda attribuisce l’invenzione dell’oud al settimo discendente di Adamo, ispirato dal corpo del figlio morto sospeso su un ramo.

La storia della musica è dunque antichissima, risalente agli albori dell’umanità.

Anche nella civiltà arabo-islamica, la musica ha occupato uno spazio importante. Si adottò un criterio di classificazione diverso: Al-Farabi, ad esempio, propose una distinzione fondamentale nel suo libro Il grande libro della musica, spiegando che il corpo o l’organo vibra sia tramite l’intervento della mano umana sia attraverso un sistema a fiato. Distinse tra strumenti a corde suonate con un archetto e quelli percossi con un plettro o piuma, indicando che il suono nasce dallo sfregamento o dalla percussione delle corde.

Anche Ibn Zayla classificò gli strumenti musicali nel suo libro Al-Kafi fi al-Musiqa (Il sufficiente nella musica) secondo il tipo di vibrazione e la modalità di esecuzione, dividendoli in tre categorie principali: strumenti a corde, strumenti a fiato e strumenti a percussione. Descrisse inoltre le caratteristiche tecniche di ciascuno.

La musica rappresenta un riflesso del pensiero complesso, che genera inevitabilmente un’emozione evoluta, capace di vedere il mondo in modo nuovo, al di là di ogni interpretazione preconcetta. Questo è evidente, ad esempio, nella Quinta Sinfonia del grande Beethoven, che riuscì a raccogliere i frammenti della narrazione e a suscitare emozioni sorprendenti nell’animo umano, creando immagini complete e suggestive. Beethoven inserì la musica in una cornice filosofica affascinante, tanto da far perdere l’equilibrio all’ascoltatore, come se stesse leggendo un romanzo di Goethe o godendo di una poesia di Mallarmé.

L’essere umano ha sempre bisogno di assaporare la bellezza nascosta dietro l’essenza delle cose, il che richiede l’allenamento dell’immaginazione e del pensiero libero. L’ascolto di un brano musicale può trasformare l’individuo in un filosofo che si interroga su concetti astratti e mette in discussione le proprie idee attraverso immagini e visioni interiori.

La musica contribuisce alla creazione di una vera consapevolezza, permettendo a tutti di vivere l’esperienza umana in tutta la sua complessità. Come già accennato, essa rappresenta anche uno specchio dello sviluppo umano nei popoli: è una lingua in cui si dissolvono tutte le barriere concettuali.

Le scuole musicali sono molteplici: vi sono la classica, la popolare, quella folkloristica, e successivamente sono nate nuove correnti. I gusti si sono diversificati, ognuno ha sviluppato il proprio. La musica classica ha un tipo particolare di pubblico, mentre gli adolescenti preferiscono il rock distintivo. Altri, come afferma Bruno Deschênes, in riferimento alla comunità afroamericana, prediligono il rap.

I gusti musicali variano, nascono inizialmente in base alla condizione sociale in cui si cresce, ma si formano in maniera più specifica attraverso la realizzazione personale dei valori e delle credenze in un contesto sociale preciso.

Nel definire le arti musicali, possiamo distinguerle in due categorie: la creativa e l’esecutiva. L’arte creativa è prodotta da un singolo individuo e include composizione, arrangiamento e scrittura musicale. Le arti esecutive, invece, consistono nell’esecuzione pratica — individuale o collettiva — di quanto creato da compositori e arrangiatori, includendo il canto e il suonare strumenti. Tutte queste forme artistiche richiedono talento e predisposizione naturale, ma anche una formazione accademica, offerta da scuole e conservatori specializzati. Ciò non esclude che persone prive di talento, preparazione o formazione musicale possano tentare la produzione musicale: tuttavia, ciò che ne risulta spesso non raggiunge il livello artistico desiderato e appare debole, privo delle qualità fondamentali di una vera creazione artistica.

La musica è una condizione estetica e creativa di cui l’essere umano ha bisogno, sia per l’ascolto e l’intrattenimento che per arricchire le opere artistiche. Essa completa la bellezza di qualsiasi forma d’arte — teatro, radio, televisione — assumendo un ruolo espressivo capace di tradurre emozioni in suoni, adattandosi al contesto dell’evento. Il successo di una melodia nel rafforzare un’opera artistica contribuisce direttamente al successo dell’intera opera: in questo senso, il compositore agisce come un traduttore di linguaggi emotivi, accompagnando lo spettatore nel significato profondo dell’esperienza.

Se consideriamo la musica come metodo terapeutico, troviamo nel libro La terapia attraverso la musica della dottoressa Nelly El-Attar una chiara conferma: gli studi hanno rivelato che la musica può, nel lungo termine, migliorare l’immagine di sé, la consapevolezza corporea, le capacità comunicative, l’uso efficace dell’energia, la riduzione di comportamenti disadattivi, l’interazione con gli altri, le abilità motorie, l’ascolto e l’espressione emotiva, oltre a rafforzare il controllo affettivo e la capacità di socializzazione.

Secondo ortopedici di Washington, la musica allevia i dolori articolari: i pazienti che ascoltano musica riferiscono livelli di dolore inferiori, specialmente se il brano è tranquillo.
In uno studio condotto su 66 persone sopra i 65 anni con dolori articolari cronici, i partecipanti sono stati divisi in due gruppi: il primo ha ascoltato Mozart per venti minuti ogni mattina per 14 giorni, mentre il secondo ha trascorso lo stesso tempo in silenzio. I risultati hanno mostrato che il primo gruppo ha riportato una diminuzione significativa del dolore rispetto al secondo, soprattutto grazie all’effetto calmante delle melodie.

Nel suo libro, la dottoressa riporta che i faraoni attribuivano grande importanza alla musica nella guarigione, come testimoniato dai disegni ritrovati su papiri antichi. Anche i greci la utilizzavano come terapia, così come gli americani in epoca moderna.
Gli arabi, a loro volta, riconobbero il valore della musica nella cura di disturbi psichici e nervosi: il famoso medico Al-Razi, che inizialmente fu un eccellente suonatore di oud prima di dedicarsi alla medicina e alla chimica, sembra aver sperimentato personalmente l’efficacia della musica nella guarigione. Si racconta che, suonando occasionalmente l’oud nell’ospedale dove lavorava un suo amico farmacista, notò con stupore come i pazienti, afflitti da forti dolori, lasciassero i letti per ascoltarlo, colpiti da una gioia improvvisa. Da qui nacque la sua convinzione dell’effetto terapeutico della musica.

Dopo numerose osservazioni e sperimentazioni, Al-Razi iniziò a utilizzarla come strumento di cura vera e propria.

Anche Al-Farabi svolse un ruolo importante nella terapia musicale: padroneggiava l’arte musicale in modo eccellente e compose melodie straordinarie capaci di suscitare emozioni profonde. Si dice che inventò il qanun, forse ispirandosi a uno strumento persiano che poi perfezionò. In una celebre occasione, suonò una melodia che fece ridere il pubblico, un’altra che lo fece piangere, e una terza che lo fece addormentare.

Questa è una sintesi semplice dell’importanza della musica nella vita umana, come arte estetica e creativa nata con l’uomo stesso, che ha inventato strumenti rudimentali evolutisi col tempo fino a offrirci oggi alcune delle melodie più sublimi della storia, come le sinfonie immortali di Beethoven. E come la musica nacque per il piacere dell’uomo, continua ancora oggi a svolgere pienamente il suo ruolo originario.

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